Attualità Il punto sull’Isola

Covid, stato di calma apparente: campanelli d’allarme sulla zona bianca

Ragusano secondo per numero di contagi giornalieri, il focolaio del Coronavirus cova sotto la cenere

https://www.ragusanews.com/immagini_articoli/12-07-2021/covid-stato-di-calma-apparente-campanelli-d-allarme-sulla-zona-bianca-500.jpg Il focolaio del Coronavirus cova sotto la cenere


 Ragusa - Nella settimana appena trascorsa il ministero della Salute, dopo diverse settimane, torna a dare la Sicilia a rischio moderato insieme ad altre 6 regioni. Per la prima volta l’incidenza nazionale del Coronavirus è a 9 casi ogni 100mila abitanti, identica alla settimana precedente. Il tasso più elevato in Sicilia, 18.2 (21 come media mobile) rispetto al 15.37 dei 7 giorni prima. La discesa si è stoppata, normale a livelli tanto bassi: è ancora lontana la soglia limite dei 50 casi, necessaria per restare in zona bianca, ma dovremmo far tesoro della lezione dell’estate scorsa.

I bollettini quotidiani non calano più come fino a qualche mese a questa parte: nell’ultimo di domenica il tasso di contagiosità è schizzato al 2,5 contro una media italiana sotto l’1%. I tamponi calano ma non i positivi e i rapporti si sono rovesciati: ora sono le province di Caltanissetta e Ragusa a segnare più casi e Palermo e Catania a contarne di meno. E spingere a vaccinarsi quanto prima chi ancora manca. Qui la Sicilia registra altri primati negativi, come le assenze ingiustificate nel mondo della scuola.

Quasi la metà dei siciliani appartenenti a questo target non è ancora immunizzata: oltre 60mila devono fare la prima dose, su 222mila in tutta Italia, e altri 7mila attendono il richiamo. E per fare le punture direttamente negli istituti, bisognerà aspettare che questi riaprano a metà settembre. Speriamo che gli astenuti siano intercettati prima sulle spiagge. Sull’Isola sono soprattutto giovani i nuovi contagiati, ancora parzialmente scoperti dagli anticorpi. Sul report online del governo, l’Isola è costantemente in coda alla percentuale di somministrazioni a quota 88%.

E le fasce 12-19 e 20-29 anni risultano, appunto, tra quelle meno immunizzate con prima e seconda dose; seguono i 30-39enni, a pari merito con gli over 80. Sono ancora oltre 600mila le boccette da scongelare dei 4 milioni e 800mila circa ricevute finora ma, se si guarda ai numeri assoluti, la Sicilia riscala la classifica ed è stabilmente quinta, sia per forniture che per iniezioni: dunque in linea, per quantità, con l’andamento del piano. Se almeno tutti gli anziani fossero protetti, si potrebbe stare più tranquilli di fronte alle scene di ieri notte.


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