Ragusa – Due giorni per decidere il futuro di una stagione. Stamani la riunione della Conferenza delle Regioni, che formalizzerà la proposta di modifica dei parametri dei colori territori; giovedì la cabina di regia politica a Palazzo Chigi e a seguire il Consiglio dei ministri per l’approvazione finale del decreto con i nuovi criteri per fasce di rischio e green pass. Giusto in tempo per il monitoraggio del venerdì che, quasi certamente, avrebbe portato la Sicilia in giallo da lunedì prossimo, 26 luglio.
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L’Isola è infatti a ridosso dei 50 casi settimanali ogni 100mila abitanti che sancirebbero la retrocessione d’ufficio. L'incidenza attestata ieri è ancora sopra il 3%, il doppio di quella media italiana, ma d’ora in poi a prevalere sarà l’indice di occupazione ospedaliero. Per la zona bianca potrebbe essere fissato al 15% per le terapie intensive e al 20% per i ricoveri nei reparti ordinari: al momento, in Sicilia, i due valori sono rispettivamente al 3% e 5%. Ministero della Salute e Cts concordano nel ritenere ragionevole e opportuna la modifica delle regole di attribuzione dei colori, e delle relative restrizioni.
Il tasso di ospedalizzazione diventerà dunque la cifra più importante da rilevare nei bollettini quotidiani, invece del numero di contagi assoluto e relativo ai tamponi. Le 4 milioni e 700mila dosi inoculate finora sull’Isola, tra prime e seconde, non possono non essere tenute in considerazione. Non è escluso dunque che, col cambio, vengano revocate anche le 6 micro zone rosse riapparse sul nostro territorio: metà sono in provincia di Caltanissetta, dove su quasi 900 positivi attuali si registrano 27 ricoveri, di cui 3 vaccinati con doppia dose.
Ma questo, come sottolineato dal primario di Malattie Infettive dell'ospedale Sant'Elia Giovanni Mazzola, non cambia nulla rispetto all'importanza di vaccinarsi. Su questo punto il green pass sta già facendo effetto. La Sicilia infatti oggi è nona in Italia nella classifica percentuale di somministrazioni e i frigo continuano a svuotarsi: negli ultimi 2-3 giorni le scorte si sono dimezzate e adesso sono meno di 300mila le fiale conservate.