Ragusa - Crescono i coefficienti di occupazione delle terapie intensive e dei reparti ordinari Covid e - come sappiamo - questi sono i due nuovi parametri decisivi per indicare la fascia di rischio d’appartenenza. Dopo i dati Iss di venerdì scorso ieri è stata l'Agenas, l'Agenzia statale per i servizi sanitari regionali, ad aggiornare i numeri. Per i ricoveri ordinari l’aumento maggiore è in Sicilia, arrivata al 10%, seguita da Calabria (9%) e Campania (6%).
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Nelle rianimazioni è prima la Sardegna col 9%, seguita da Sicilia e Lazio, entrambe al 5%. L’ospedalizzazione cresce a un ritmo superiore negli ospedali del Sud rispetto alla media nazionale, salita comunque di un punto percentuale in 7 giorni e pari ora al 4% dei ricoveri e al 3% delle terapie intensive. Ricordiamo che i nuovi parametri nazionali fissano il passaggio in giallo quando entrambe sforano rispettivamente le soglie del 15 e 10% dei posti letto disponibili.
Ad avvisare l’Isola non sono solo le fredde statistiche delle organizzazioni, ma anche i pareri dei singoli esperti. Tra gli ultimi, Fabrizio Pregliasco: “Temo che la Sicilia, la Sardegna e il Lazio siano le prime candidate a rischio zona gialla - dice il virologo -. Non è un problema solo di vaccinazione ma anche di spostamenti, movida e altri assembramenti dovuti al turismo. È questo l'elemento che mi inquieta”.
“In Italia ci troviamo in una fase crescente – afferma -, diecimila casi al giorni non ce li toglie nessuno”. Molto difficilmente il green passa darà risultati istantanei, quando entrerà in vigore per alcune attività da venerdì prossimo, 6 agosto. L’alternativa, per la Regione, è chiudere il rubinetto prima che ci pensi Roma. Come? Solo a livello comunale, inaugurando delle neo “red zone” determinate in base al numero di positivi per vaccinati locali. La decisione ufficiale è stata rinviata ma è attesa a breve. Basterà?