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Sicilia, ma che caldo fa: “Diventeremo come la Tunisia”

Desertificazione e temperature record: l’allarme degli esperti

https://www.ragusanews.com/immagini_articoli/29-09-2021/sicilia-ma-che-caldo-fa-diventeremo-come-la-tunisia-500.jpg Un beduino nel Sahara tunisino


 Ragusa - In 60 anni la temperatura media della Sicilia è cresciuta di 2 gradi, secondo il programma europeo Copernicus, ma gli ultimi sono stati tremendi. Il 2020, coi 90 giorni consecutivi senza una goccia d'acqua. E il 2021 col record continentale dei  49° a Floridia, gli 80mila ettari di bosco in cenere, le 140 giornate senza pioggia nella piana di Catania e la cascata di rondoni dai cieli di Ragusa. Le precipitazioni si concentrano sempre più in bombe d’acqua improvvise, seguite da interminabili settimane di siccità.

L’offensiva del deserto nell’entroterra e l’inarrestabile ascesa delle temperature potrebbe portarci a superare i 50° all’ombra entro la fine del secolo.  "Un'estate anomala", che sta durando ancora, "con ondate di calore intense e prolungate" riporta il Servizio informativo agrometeorologico siciliano, che già da maggio ha rilevato valori anche di 10-12 gradi sopra la norma. Anche di notte: l’umidità provocata dalla tropicalizzazione climatica ha accentuato l’afa anche nelle ore serali, in cui la colonnina di mercurio raramente è scesa sotto i 20°.

Abbiamo visto, su Ragusanews, cos’è successo in questi mesi alla Diga Sciaguana o alle Gole dell’Alcantara. l Cnr-Isac ha aperto un osservatorio climatico-ambientale. Anche le riserve dei laghi Pozzillo di Regalbuto e Ogliastro a Ramacca hanno perso decine di milioni di metri cubi. Paghiamo la retta della bonifica, e i terreni restano a secco; saldiamo le bollette dell’acqua, e la disperdiamo in condutture tenute insieme con lo scotch; siamo circondati dal mare,  e non si riesce a costruire un dissalatore.

Dall’Anbi al Distretto Agrumi, dal Cnr-Isac allo European Drought Observatory, è una voce sola: la Sicilia è il “front office” dell'avanzata della desertificazione, perché ci troviamo nel punto dove le correnti atlantiche si scontrano con l'Africa e “nello scenario peggiore di lungo periodo – avverte  il prof. Christian Mulder, associato di Ecologia e Cambiamenti climatici all'Università di Catania - è come se dovessimo tracciare una linea tra San Vito Lo Capo e Siracusa: tutto quello che sta a Sud rischia di diventare come la Tunisia". Dunque, anche la provincia iblea. 


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