Ragusa – Medicane. A leggerlo così pare il nome di un farmaco, e invece fa male: si tratta della sostituzione del suffisso inglese "hurry”, che significa fretta e rapidità, con “medi”, che indica anche l’origine mediterranea del vortice ciclonico potrebbe riabbatersi tra giovedì e venerdì sulla Sicilia orientale. Senza volerlo “medi” suggerisce anche un’intensità del fenomeno, appunto, mediana. Non godendo degli sconfinati spazi oceanici in cui svilupparsi, nel mar Mediterrano gli uragani sono meno violenti di quelli che colpiscono le città degli Usa, ma non per questo meno devastanti: non l’abbiamo visto solo fino a ieri, nel nubifragio che ha seminato lutti nel Catanese, ma già a settembre nel tornado che ha spazzato altre due vite sull’isola di Pantelleria.
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I “medicane” sono paragonabili a un uragano di categoria 1, con raffiche a circa 120 km/h (Katrina, per esempio, era categoria 5). Come quelli americani si sviluppano per transizione tropicale e sono caratterizzati da un sistema di bassa pressione, con un nucleo caldo dove ruotano venti e piogge torrenziali per un raggio di circa 300 chilometri. Potenti ma brevi, “generalmente si esauriscono in pochi giorni” spiega al Corsera Enrico Scoccimarro, esperto della Fondazione Centro Euro Mediterraneo sui cambiamenti climatici, a differenza delle altre categorie che “possono durare anche 2-3 settimane”.
“Sono diventati evidenti solo da quando disponiamo delle immagini satellitari (foto Nasa) - afferma -, prima erano classificati come normali perturbazioni: negli ultimi 20 anni ne abbiamo contati una trentina, un numero troppo limitato per fare una statistica accurata e capire se sono aumentati rispetto al passato”. Quello che è certo è che si generano tra fine estate e inizio autunno, sulle coste africane, dove il mare arriva in questo periodo alla temperatura di 26°, per poi colpire “soprattutto Sicilia, Calabria e Grecia”. Tuttavia, secondo le previsioni meteo, la provincia di Ragusa dovrebbe riuscire a scansare gli “effetti gravi” anche di seconda ondata di maltempo.