Ragusa - Nell'ultima settimana Ragusanews ha mandato online l'apocalisse: a questo link ci sono tutti i video e le foto, da Catania a Siracusa, che documentano come sia anche il cemento selvaggio - autorizzato e non - il primo responsabile della trasformazione di temporali in alluvioni mortali. Dopo il chiosco catanese tirato su in piena alluvione, sono saltati fuori un garage e due magazzini abusivi a Vulcano, altra area delicata dal punto di vista sismico e idrogeologico, sia per i recenti gas tossici in quota che per le mareggiate a riva. Ora, vogliamo evitare nuove catastrofi o far inghiottire dall'inondazione gli stessi abusi edilizi che le hanno provocate, corresponsabili della sventura insieme agli investimenti falliti nella sua prevenzione?
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Il risultato è uno scontrino di milioni di euro di danni da rattoppare, che i cittadini pagheranno con le tasse, dopo che chi li rappresenta all’Ars non è riuscito a spendere quelli di Roma e Bruxelles. Al G20 di Roma il clima ha scalzato il Covid dall’agenda, divenendo un’anticamera del Cop26 di Glasgow, e l’uragano siciliano è stato portato ad esempio dello stravolgimento con cui dovremo convivere. Alla fine, però, pare che pure l'ospedale Garibaldi Nesima si sia allagato per colpa di strutture illegali o non autorizzate, costruite nelle adiacenze, tra cui una pompa di benzina. Insomma, non è solo maltempo.
I disagi – in case, negozi e strade – sono in corso ancora oggi nei paesi più colpiti del siracusano: nel video i volontari dei pompieri in congedo di Modica, che lunedì hanno svuotato con l’idrovora un garage allagato. Ieri c’è stata pure una frana sulla provinciale, nel palermitano, che poteva fare strage. Non si sa neanche l’ammontare effettivo dei danni causati dal “medicane” a campagne, città e al patrimonio monumentale e archeologico della regione: si parla di “milioni”, ma non si ancora esattamente quanti. La provincia di Ragusa, è bene chiarirlo, non ha subito contraccolpi solo perché il ciclone soffiava lontano. I metereologi ne prevedono altri in Sicilia nei prossimi mesi e per qualche geofisico sono perfino un bene: evitano che l'Isola tramuti in deserto. Ma a quale prezzo?