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Obbligo vaccinale, migliaia di lavoratori in meno dal 15 dicembre

La sospensione durerà al massimo altri 6 mesi, poi possono scattare i licenziamenti

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 Roma - “La sospensione è efficace fino alla comunicazione da parte dell’interessato al datore di lavoro dell’avvio e del successivo completamento del ciclo vaccinale primario o della somministrazione della dose di richiamo, e comunque non oltre sei mesi dalla data di entrata in vigore del presente decreto”. Il testo del governo dà tempo fino al 15 dicembre per ottemperare all’obbligo vaccinale a centinaia di migliaia di lavoratori italiani pubblici e privati - tra personale scolastico, forze dell’ordine e sanitari (per cui è in vigore dall’inizio) – che a tutt’oggi non si sono sottoposti alla prima dose. E’ ancora ampia la schiera di chi si trova a rischiare posto e stipendio tra una settimana lasciando il resto dei connazionali privi di servizi anche essenziali, dall’oggi al domani, in una sorta di “sciopero” personale.

Il super green pass per i locali pubblici è scattato ieri, ma la vera stangata arriverà tra poco, a metà mese: di bar e pub si può anche fare a meno per un po’, per il mesetto durante il quale varrà il decreto; non tutti invece possono permettersi di restare senza stipendio – da una parte – e senza scuola, sicurezza e sanità – dall’altra. Il decreto di Natale non contempla il licenziamento per le categorie interessate, ma certo la sospensione da servizio e salario non può durare all’infinito. Il governo temporeggia per “vedere l’effetto che fa” il provvedimento e naturalmente si augura di non dover ricorrere a misure tanto drastiche, sperando che nel frattempo: 1) le terze dosi re-immunizzino meglio la popolazione; 2) il Covid regredisca al punto da non costituire più un’emergenza sanitaria; 3) gran parte del milione di professionisti no vax si convinca finalmente a vaccinarsi. Tuttavia, nell’ordinanza un termine è pur fissato: “non oltre sei mesi”.

Ciò significa che le sospensioni già scattate potranno essere prorogate al massimo fino a maggio 2022, dopodiché - se qualcuno di quei tre punti sopraelencati non andrà a buon fine - qualche decisione andrà presa per rimpiazzare risorse la cui mancanza è destinata a procurare grave danno ai cittadini. Tra le nuove categorie investite dall’obbligo ci sono infatti gli amministrativi della sanità, cioè tutto l’organico destinato a gestire e amministrare prenotazioni, accettazioni, fatture, comunicazioni e quant’altro filtra l’utenza dalla prestazione medico ospedaliera.

Poi il settore istruzione: collaboratori scolastici e insegnanti pubblici e privati, di ogni ordine e grado. Quindi il comparto difesa e sicurezza, ovvero: militari, poliziotti, carabinieri, finanzieri, agenti stradali e penitenziari, capitanerie di porto e guardiacoste; uomini, tecnici e volontari di Protezione civile, vigili del fuoco, soccorso alpino e speleologico. Il licenziamento, di fronte alla violazione di una legge come è quella varata dall’esecutivo, è un’opzione giuridicamente percorribile. Per fortuna la maggioranza di loro s’è vaccinata senza bisogno dell’ordine. 


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