Ragusa - La terza dose di vaccino anti Covid prolungherà la validità del green pass per altri 6 mesi dalla data dell’iniezione. E poi? La questione non è affrontata dall’ultimo decreto di fine anno e dipenderà chiaramente dall’evoluzione dell’epidemia nei prossimi mesi. Gli scenari si riducono comunque due: se andrà bene, cioè se contagi e ricoveri caleranno drasticamente e quella manciata di milioni di no vax si convincerà a immunizzarsi, il certificato sarà prolungato automaticamente per altri mesi, o forse per sempre. Se andrà male, cioè se anche il booster rivelerà un’efficacia ancora solo temporanea e il virus proseguirà a circolare in nuove mutazioni, a partire da maggio/giugno - quando scadranno protezione e “mega” green pass - partirà la quarta dose. Alcuni paesi come Israele la stanno già valutando per i soggetti più fragili.
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Allo stato è questa la prospettiva più papabile, ma porta con sé una domanda che da tempo ci stiamo facendo: finirà mai questa maledetta pandemia di Coronavirus, o iniezioni e mascherine accompagneranno l’umanità per anni, come sostengono molti esperti? La verità è che continueremo con mascherine, tamponi e richiami finché non troveremo un vaccino definitivo. Ammesso che esista questa possibilità, visto che per alcuni infezioni virali - come ad esempio l’influenza - non ne esiste uno finale, che valga per oltre 10 anni o per sempre. I vaccinati, inoltre, non sono tutti uguali: in caso di contagio la maggior parte se la cava con pochi sintomi, qualcuno invece si aggrava ancora fino alla morte. Le risposte immunologiche ai sieri attuali sono ancora molto individuali, nessuno può dirsi davvero al sicuro: non sono mancati atleti e sportivi finiti con un tubo in gola. Da questo tunnel o si esce tutti insieme, bambini e africani inclusi, o ne esce nessuno.
Omicron, con le sue 32 mutazioni della proteina Spike, nasce proprio nel sud del mondo, dove è ancora ben presente l’Hiv non curata: un contesto ideale per lo sviluppo di virus mutati. Sono i non vaccinati a occupare in questo momento quasi l’80% dei ricoveri ordinari e il 90% delle rianimazioni. Fuori dagli ospedali, a far circolare i contagi, sono invece i più i giovani, più esposti ai contatti da vita sociale e ancora parzialmente scoperti: molti genitori, anche vaccinati, sembrano riluttanti a sottoporre i figli alla somministrazione. La conclusione è che solo se tutti coloro che hanno fatto le due dosi si sottoporranno alla terza il prima possibile, e solo se gli indecisi finalmente si faranno pungere, avremo una speranza di rivedere la luce.