Palermo - Dopo la lettera a Draghi, rimasta inascoltata dal premier, Musumeci ci riprova col ministro Speranza, "affinché si sospenda l'iniquo trattamento riservato ai passeggeri non vaccinati sullo Stretto di Messina” scrive nella nuova missiva spedita a Roma. Attese 24 ore, il governatore minaccia "provvedimenti straordinari a tutela della mia Regione". Non è chiaro quali siano nelle sue effettive disponibilità ma "la situazione sociale che sta venendo a crearsi sulle rive dello Stretto – comunica - si sta preoccupantemente acuendo, avendo fondata ragione di ritenere, coloro che sono sprovvisti, per le più disparate ragioni, del cosiddetto green pass rafforzato, di essere stati 'sequestrati' nel territorio della Regione siciliana e di non poter raggiungere il resto del territorio nazionale nemmeno per comprovate ragioni di urgenza, ad esempio collegate a motivi di salute e di accesso alle cure".
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Musumeci ricorda la sentenza del Tribunale di Reggio Calabria che il 14 gennaio ha ordinato l'imbarco immediato di un cittadino siciliano sul traghetto per Messina a bordo della propria autovettura "previa esibizione all'imbarco da parte del ricorrente dell'esito di un test antigenico attestante la sua attuale negatività al virus". E’ il caso dell’agente di commercio palermitano Fabio Messina, riuscito tornare a casa dopo qualche notte accampato in macchina a Villa San Giovanni. "Stando così le cose – prosegue la lettera - mi permetto di proporle l'adozione di un'ordinanza che possa reintrodurre, nelle more della conversione del decreto-legge n. 229/2021, o comunque dell'adozione di altro genere di misura più stabile, alla stessa stregua di quanto già avvenuto il 9 gennaio scorso per la continuità didattica delle isole minori, il diritto di attraversamento anche mediante semplice esibizione del referto negativo di un test antigenico o molecolare. Si tratta di una misura di assoluta equità e di giustizia volta a scongiurare la conclamata (e già in atto) lesione del principio di continuità territoriale tra il territorio della Regione Siciliana e quello del resto dello Stato italiano". Infine l’ultimatum: “Decorse altre 24 ore, preso atto del reiterato e ingiustificabile insuccesso delle richieste rivolte al governo centrale, sarò costretto a valutare l'adozione diretta di provvedimenti straordinari a tutela della mia Regione".
Una battaglia condivisa stavolta con l’acerrimo nemico, il sindaco Cateno De Luca, che ha allestito in porto un presidio permanente: “Mi farò portare una tenda e un sacco a pelo, si tratta di un sequestro di Stato vero e proprio”. Anche lui ha scritto le stesse cose, a Draghi e a Speranza: “Se nell’ambito delle isole minori ci si può muovere per motivi di studio e di salute, allora è giusto che queste deroghe vengano concesse anche per attraversare lo Stretto. Nessuno mi ha risposto e nessuno si è fatto sentire. Mi sento abbandonato e calpestato. E lo dico da siciliano. Io sono assolutamente a favore della vaccinazione, ma lo Stato deve fare lo Stato e imporre l’obbligo vaccinale”. In realtà, Musumeci e De Luca vorrebbero aggiungere ai motivi di studio e salute anche quelli di lavoro (sebbene anche per lavorare ormai serva quasi ovunque vaccino o guarigione). Il traffico dello Stretto, inoltre, non è paragonabile con quello movimentato dagli arcipelaghi e la richiesta di vaccino obbligatorio stride quella, in contemporanea, di deroghe: come far rispettare un obbligo di legge se non con controlli, sanzioni e divieti? Ad ogni modo, l’imbuto allo Stretto pare destinato a risolversi nelle prossime ore.