Ragusa - È nella Sicilia orientale, e in particolare tra le province di Ragusa e Catania, la zona più umida d'Italia, avamposto di una progressiva tropicalizzazione climatica. Il maggior tasso di siccità si registra invece in Val d'Aosta e nel Nord Est, a causa delle brevi nevicate e dell'assenza di piogge. È uno Stivale capovolto quella che arriva dall’ultimo report sulle "Risorse Idriche", redatto dall'osservatorio Anbi in base ai dati annuali del Cnr. Anche il Centro non se la passa bene, mentre in tutto il Sud si incontra una situazione sorprendentemente positiva.
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Lo studio, in realtà, sovverte solo in parte il problema della desertificazione dell’Isola: la pioggia, appunto come ai tropici, tende a sempre più a concentrarsi in pochi giorni, in cui piovono ettolitri che - col clima di una volta - sarebbero stati distribuiti in settimane e mesi. La carenza d’acqua in case e campi - spesso lamentata dai nostri lettori – è dunque da imputare quasi esclusivamente al pessimo stato delle condutture idriche perché, sottoterra, l’oro blu del millennio c’è e in abbondanza. Solo non si riesce a sfruttarlo e a incrementare la disponibilità di riserve e risorse idriche. "Incrociando i dati - commenta Francesco Vincenzi, presidente Anbi – per la Sicilia emerge in grande evidenza la priorità della questione infrastrutturale, dove è necessario non solo raccogliere l'acqua piovana, riducendo il rischio idrogeologico, ma poterla trasferire in quelle zone che sono paradossalmente a rischio desertificazione".
Per questo il ministero delle Infrastrutture ha appena avviato il finanziamento degli interventi volti a ridurre le perdite di acqua nelle reti di distribuzione del Mezzogiorno, per un totale di 1,38 miliardi di euro tra Pnrr, piano React Eu, legge di Bilancio e Fondi sviluppo e coesione. La prima tranche di "liquidi" per la Sicilia già pronta: 123 milioni per l'Amap e le Ati di Caltanissetta ed Enna; Catania e Agrigento sono in lista d'attesa per altri stanziamenti. D'accordo che siamo zuppi d'acqua, ma speriamo che il Ragusano non resti proprio a secco e qualche goccia d'investimento arrivi pure sul territorio ibleo.