Scicli- Scelta saggia e condivisibile. Il clero di Scicli, 24 ore dopo quello di Modica, ha deciso di non fare la festa esterna con le processioni di Pasqua. Quindi, per il terzo anno consecutivo, il Cristo Risorto, la statua de "il Gioia", non uscirà dal santuario di Santa Maria La Nova.
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"Le celebrazioni pasquali, nella nostra Scicli, si innestano con i riti tradizionali della devozione di tutta la Settimana Santa che ne qualificano la stessa identità cittadina -scrivono i parroci di Scicli-.
In questi ultimi due anni, a causa della pandemia, l'impossibilità di poter vivere in pienezza questi riti ha fatto sentire la nostra città fortemente depauperata di questa ricchezza culturale di cui va orgogliosa.
Perciò noi parroci, da un lato, abbiamo apprezzato positivamente, la scelta della Conferenza Episcopale Siciliana di poter permettere - qualora il Governo deliberi la fine dello stato di emergenza il 31 marzo p.v. - la ripresa delle processioni a partire dalla Domenica delle Palme, disponendo però il divieto dello sparo di fuochi artificiali, in considerazione degli eventi bellici insorti con l'invasione dell'Ucraina da parte della Russia.
D'altro lato, però, bisogna riconoscere oggettivamente, come una decisione concreta circa la possibilità e l'opportunità di svolgere le processioni, deve mettere in conto e in debita considerazione diversi fattori interdipendenti tra di loro.
Ci riferiamo, specialmente, alla situazione dell'aumento progressivo dei contagi nella nostra città, di cui è impossibile pronosticare al momento la curva di decrescita, e che perciò rende difficile progettare un evento a lunga e media scadenza.
Inoltre, anche in caso di diminuzione dei contagi, dobbiamo ricordare che ricade sui parroci – nel caso della organizzazione di processioni ed altri eventi pubblici - la responsabilità – di concerto con la pubblica autorità - di far rispettare l'obbligo di osservanza di alcuni divieti, tra cui quello di assembramento, che rimarrà anche con la fine dello stato di emergenza e le altre norme di pubblica sicurezza.
Ci riferiamo poi all'attuale guerra, il cui malaugurato protrarsi, anche in caso della scomparsa della pandemia, renderebbe alcune manifestazioni locali di pietà popolare inopportune nei riguardi dei fratelli e delle sorelle dell’Ucraina.
Vista tale situazione complessiva, noi parroci di Scicli, sentito i nostri consigli pastorali e tenendo pure in debita considerazione le osservazioni dei fedeli e di tante parti della società cittadina fatteci pervenire in questi giorni, abbiamo deciso - stando così le cose alla data odierna - di sospendere le processioni della Addolorata di Santa Maria la Nova, del Santissimo Crocifisso di San Bartolomeo, del Venerdì Santo (nel Centro Storico, a Donnalucata e a Cava D'Aliga), del Santissimo Sacramento e del Cristo Risorto la Domenica di Pasqua. I singoli parroci inoltre valuteranno se sospendere quelle celebrazioni parrocchiali in chiesa che possano generare assembramento dei fedeli col rischio di ulteriore diffusione del contagio, così come le altre manifestazioni esterne che potrebbero mostrarsi irriguardose verso chi soffre per la guerra.
Saranno pertanto i parroci e le parrocchie interessate alle manifestazioni della Settimana santa e Pasqua a indicare nel dettaglio le modalità con cui si svolgeranno i relativi riti.
Riconosciamo come questa decisione dolorosa potrà suscitare la delusione di quanti speravano di poter riprendere con normalità la vita ecclesiale e cittadina, ma i fedeli e i cittadini tutti sappiano che noi parroci siamo i primi ad essere animati dalla speranza di poter celebrare le feste pasquali con decoro e con il pieno coinvolgimento di tutta la popolazione. E’ proprio a partire da questa speranza che vogliamo sollecitare tutti ad elevare preghiere al Signore con più fervore perché faccia cessare questo lungo periodo di prova, legato alla pandemia e a tutte le guerre che nel mondo apertamente o velatamente si combattono.
Invitiamo in particolare ad unirci tutti alla consacrazione dell'Ucraina e della Russia che Papa Francesco farà venerdì 25 marzo in San Pietro.
Vogliamo, infine, rassicurare fedeli e cittadini, proprio animati da questa speranza, che - nel caso si costatasse un'effettiva, consistente e durevole diminuzione dei contagi e/o la tanto auspicata fine della guerra o almeno si pervenisse ad una sua tregua, e si fosse in tempo utile per permettere l'organizzazione di eventi e alle autorità interessate il relativo servizio di vigilanza, - noi parroci abbiamo concordato di essere pronti a studiare se e come proporre eventuali manifestazioni pubbliche, anche esterne alle chiese, che ci aiutino a esprimere la fede e il desiderio di ripresa di una vita normale, nella certezza che, nella Resurrezione del Figlio, il Signore darà nuovamente a tutti la gioia di vivere nella condivisione e manifestazione degli affetti più cari e come auspicio per una crescita sociale, civile ed economica della nostra città, radicata nel solco delle tradizioni dei padri, e come augurio di pace e fraternità per tutto il mondo".