Attualità Ragusa

Una biblioteca multimediale intitolata al professor Salvatore Emmolo

La biblioteca multimediale dell'Unione Italiana Ciechi di Ragusa intitolata al professor Salvatore Emmolo

https://www.ragusanews.com/immagini_articoli/29-03-2022/una-biblioteca-multimediale-intitolata-al-professor-salvatore-emmolo-500.jpg Una biblioteca multimediale intitolata al professor Salvatore Emmolo


Ragusa - Una commossa cerimonia, sabato mattina, a Ragusa, ha salutato l'intitolazione della biblioteca multimediale dell'Unione Italiana Ciechi al professore Salvatore Emmolo, scomparso lo scorso dicembre. Tante le testimonianze di affetto e di stima per Salvatore, che in maniera silente ha lavorato per l'Unione Ciechi lungo un impegno che affonda le sue radici già alla fine degli anni Sessanta. 

E' stata scoperta una targa (con una foto scattata a Salvatore da Lino Bellia), alla presenza del figlio Emilio e della moglie Aurora Cascone Emmolo. E' stato un momento molto emozionante e commosso. 

Vi proponiamo il ricordo di Salvatore del Maestro Giovanni Arestia, e il video della scopertura della targa in memoria di Salvatore. 

"Ringrazio il presidente Albani per avermi dato questa occasione per la quale avrei parlato molto volentieri in qualsiasi altra circostanza meno che quella di una commemorazione.
A distanza di poco più di 3 mesi dalla sua scomparsa, non riesco ancora ad accettare l’idea che lui non sia più con noi. Mi risuona ancora all’orecchio quel “ehi!” col quale rispondeva al telefono.
Credo che tra tutti i presenti forse sono tra i pochi se non addirittura l’unico a potere vantare più di 50 anni di amicizia, di stima, di ammirazione e di simpatia nei confronti del grande professor Salvatore Emmolo.
Salvatore nasce il 2 giugno del 1949 in una famiglia della “Scicli bene” inserita “nell’élite” e imparentata con famiglie nobili anche di Ragusa.
In qualsiasi famiglia arrivi un bambino cieco naturalmente si vivono momenti di confusione, di smarrimento e di solitudine ma in una famiglia di professionisti e prestigiosa quale quella degli Emmolo il bambino non vedente non fu un grandissimo problema perché, dato il livello culturale della famiglia, si approntarono gli accorgimenti necessari per una crescita armonica ed adeguati corsi di studio e potere arrivare lo stesso in alto, così come poi è avvenuto realmente.
La famiglia pensò bene di fargli frequentare per qualche anno della sua infanzia l’istituto Ardizzone Gioeni di Catania per acquisire, con tecniche specifiche, tutto quello che solo l’istituto preposto poteva dargli quali:
l’autonomia, l’autosufficienza, l’orientamento, la mobilità, la manualità nonché le giuste posture. Tutto ciò veniva conseguito ed espresso da Salvatore con la disinvoltura e l’eleganza che l’hanno poi sempre contraddistinto in tutta la sua vita.
Queste qualità nel non vedente non si riscontrano più nei giovani d’oggi perché nessuno le promuove. Da questo punto di vista gli istituti sono veramente da rimpiangere. Oggi, ahimè, vediamo i nostri ragazzi lasciati in balìa di sé stessi, delle famiglie impreparate a dare le necessarie opportune indispensabili dritte che soltanto frequentando l’Unione attraverso gli appositi corsi organizzabili potrebbero acquisire e trasmettere ai figli in questione. Questi ragazzi, quindi, il più delle volte restano lontani dai necessari stimoli e talvolta soggetti ad inconsapevoli momenti di “goffaggine” tra i vedenti. Ecco che allora tra i compagni di classe c’è sempre qualcuno che ridacchia e li isola.
Quanto era dispiaciuto per queste cose il professor Emmolo!!! Quanto si è adoperato per mettere i giusti correttivi affinché la figura del non vedente specialmente in età scolare fosse quella di una persona normale sotto ogni aspetto.
Nella nostra Unione purtroppo non sempre i ragazzi e soprattutto i genitori sono sensibili verso questi obiettivi.
Salvatore all’istituto ebbe anche modo di studiare la musica seguito dagli ottimi insegnanti di musica dell’istituto stesso cominciando dall’alfabetizzazione per poi finire col suonare bene il pianoforte e successivamente il flauto. Dopo qualche anno autodidatticamente si diede allo studio della chitarra. Insomma. un polistrumentista dotato di un buon orecchio musicale che gli consentiva anche di improvvisare al bisogno.
Aveva attitudine per la musica cosiddetta “colta” e amava la lirica tant’è che talvolta ci incontravamo al teatro Massimo Vincenzo Bellini di Catania.
Lasciato l’istituto, proseguì negli studi conseguendo prima il diploma magistrale e dopo la laurea con 110 e lode, (non poteva essere diversamente,) in storia e filosofia di cui fu un ineccepibile docente presso le scuole magistrali e licei della provincia per finire poi i suoi anni di brillante insegnamento presso il liceo classico Quintino Cataudella della sua Scicli.
Ho avuto modo tantissime volte di gioire per avere incontrato molti dei suoi alunni dai quali ho appreso quanto il professore fosse amato e talvolta opportunamente osannato; altrettanto stimato dai suoi colleghi a cominciare dall’amico suo e mio il professor Luciano Nicastro per qualche anno consigliere assieme a lui della nostra Unione ed ora docente universitario. Per i suoi colleghi spesso è stato punto di riferimento per tutte le problematiche inerenti la scuola in genere: in lui trovavano la “marcia in più”. Già. Lui, peraltro, sposò la causa di quella corrente che nei tempi passati voleva il non vedente più preparato rispetto agli altri colleghi per non incorrere mai in eventuali “défaillances”.
I suoi scritti spaziano dall’archeologia alla pedagogia, dalla psicologia alla tiflologia, dalla musica alla sua filosofia della quale ha scritto ben 29 trattati.
Molti di questi volumi sono stati scritti anche in Braille e quindi direttamente godibili anche da noi, “Noi” per significare i non vedenti molto acculturati in grado di recepirne gli alti contenuti filosofici.
La famiglia, bontà sua, ha donato alla nostra Sezione tutte le sue opere che arricchiranno notevolmente la nostra biblioteca sezionale. Non mancheremo di darle in prestito a chiunque dal nord al sud ce ne faccia richiesta. Ciò perché il professor Salvatore Emmolo alla maniera dei “grandi” continui ad essere conosciuto e divulgato sempre più. Le sue opere lo hanno reso noto non soltanto nell’ambito provinciale, ma in tutta Italia e non solo. Custodiremo le sue opere scrupolosamente in quanto saranno un dolce ricordo tangibile e perenne per chi l’ha conosciuto e per chi lo conoscerà.

Nel lontano 1968 la sezione di Ragusa organizzò una gita di 2 giorni a Palermo. La segretaria sezionale di allora era l’assistente sociale dottoressa Aurora Cascone che abbraccio con affetto e che di lì a qualche anno sarebbe diventata la signora Emmolo. Conobbi in quella circostanza l’allora diciannovenne Salvatore. La prima cosa che notai in lui fu l’alto senso umanitario e la semplicità con i quali si approcciava con tutti noi, anziani compresi.
Lì nacque la nostra amicizia che si è andata consolidando nell’arco degli anni. Il 15 luglio dello scorso anno quando cominciammo a notare qualcosa di poco convincente sulla salute di Salvatore, compiva i suoi 50 anni di matrimonio con Aurora; io e mia moglie li compiremo quest’anno. Anche le date ravvicinate dei nostri matrimoni furono ulteriore motivo di frequenza e di vicinanza. Mia moglie ed io abbiamo potuto apprezzare l’ottima cucina della signora Aurora; lei e Salvatore hanno anche apprezzato la cucina piemontese di Silvana.
Anche in questi incontri con grande piacere seguivo le continue affermazioni in tanti campi del mio amico Salvatore compreso quello della politica e che pertanto mi inorgoglivano per via del rapporto che si era venuto a creare.
Si può dire che un uomo così ricco dentro e con tanto da dire e da dare con tanta versatilità “ovunque si mettesse suonava”.
Nell’approssimarsi di elezioni politiche di ogni genere, casa sua (per gli Sciclitani il palazzo rosso) e senza allusioni di carattere politico, diventava un andirivièni di personalità politiche dai più piccoli alle alte vette provinciali regionali e nazionali. In lui si trovava saggezza, buon senso, previsioni, lungimiranza ed intuizioni nonché utili consigli. Era come il Cossiga che da Presidente della Repubblica onorario notoriamente svolgeva questo compito ricevendo politici di ogni partito a Roma in quella sua casa a lato del Pantheon.
Si candidò al Senato della Repubblica con ottimi consensi risultando secondo al suo amico personale e di partito dott. Mario Occhipinti.
Il Senatore Occhipinti fu il presidente della Commissione Istruzione del Senato. La nostra sede centrale dell’Unione all’epoca inseguiva il presidente Occhipinti da tempo per portare avanti un disegno di legge in favore dei ciechi giacente in Commissione Istruzione. Ebbene, Salvatore con grande sorpresa di tutti, organizzò proprio a casa sua l’incontro tra il presidente della Commissione Istruzione e il vicepresidente nazionale nonché responsabile dell’istruzione dell’Unione Italiana Ciechi il compianto allora preside Enzo Tioli impegnato proprio a Ragusa quale tiflologo in un soggiorno estivo per i ragazzini ciechi della nostra provincia. Naturalmente la cosa andò subito a buon fine.
Stiamo parlando di circa 35 anni fa e da allora il tiflologo per eccellenza di questa sezione è stato sempre il professore Emmolo.
In un’altra circostanza fu molto utile l’intervento di Salvatore. Un onorevole della Regione Siciliana, anch’egli suo amico di partito e personale, durante la seduta dell’Assemblea Regionale risalente ad una ventina di anni fa per l’approvazione del bilancio di previsione della Regione Siciliana, proponeva di assottigliare il contributo di funzionamento per l’Unione Italiana Ciechi in ambito regionale. La cosa avrebbe indotto le sezioni provinciali a tagliare molti servizi in favore dei ciechi. Ebbene, nel cuore della notte dal palazzo dei Normanni dove eravamo in delegazione per vigilare sulle voci che ci riguardavano, svegliammo Salvatore affinché intervenisse proprio su quel parlamentare e i colleghi del partito. Anche questo non poté che andare a buon fine.

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Ancora grazie, caro Salvatore, da parte dell’Unione Italiana dei Ciechi e Ipovedenti sia dalla Sede Centrale, sia dal Consiglio Regionale. Lo faranno sicuramente molto meglio di me e con la giusta autorevolezza i rappresentanti sia della Sede Centrale che del Consiglio Regionale, se presenti, sia da parte della sezione di Ragusa relativamente al periodo in cui mi sei stato a fianco negli anni della mia presidenza. (Non invaderò il campo del Presidente Albani per tutto il resto).
Ancora grazie per aver dato tantissimo e non solo per soluzioni di problemi scolastici da par tuo per i nostri ragazzi scolarizzati, ma anche per tutte quelle volte in cui non ci hai fatto mancare il tuo pensiero, la tua visione, la tua interpretazione e la tua vicinanza di cui abbiamo fatto tesoro.
Divenuto sempre più importante come validissimo tiflologo, fu docente in diversi corsi per insegnanti di sostegno svoltisi qua e là per la Sicilia e soprattutto nel Ragusano. Ciò ha permesso alla nostra sezione, su sue precise indicazioni, di avere il “meglio del meglio” degli insegnanti di sostegno a cominciare dalla professoressa Silvia Schembari, dalla socia onoraria dell’Unione preside Mariagrazia Basile qui presente che salutiamo affettuosamente assieme a tanti altri bravissimi insegnanti. Ineccepibili docenti da lui formati e poi seguiti anche sul campo; destinati al sostegno domiciliare ai nostri studenti a cura della allora Provincia Regionale e che vanno doverosamente ringraziati. Gli effetti e il profitto scolastico su quei ragazzi sono ancora sotto gli occhi di tutti.

Il Professor Emmolo da più di 35 anni è stato l’invidiato responsabile dell’istruzione della nostra sezione. Ripeto perché sento di farlo. Non abbiamo mancato di avvalerci delle sue grandi qualità per tanti altri aspetti al di fuori del suo campo.
Salvatore, prima di essere componente dell’ufficio di presidenza come consigliere delegato, (carica che ha avuto sino al giorno in cui ci ha lasciato), ha sempre partecipato alla vita associativa della sezione senza avere mai aspirato a cariche o incarichi se non quello che gli abbiamo affettuosamente imposto di tiflologo e responsabile dell’istruzione.
In questi ultimi anni, liberatosi da diversi impegni, siamo riusciti a convincerlo a fare parte del Consiglio sezionale. Il suo apporto ha significato una grande conquista. un grande arricchimento.
Le note curriculari si potrebbero chiudere qui; ma Salvatore è stato tante altre cose.
In tutti gli strati sociali e a tutti i livelli culturali, un intellettuale come Salvatore Emmolo era innanzitutto “il Professore”. Praticamente l’ultima cosa che veniva fuori nella persona del professor Emmolo, era la sua cecità, tanto primeggiavano tutte le sue qualità. Non c’è cosa più bella per un cieco se non quella di comunicare queste sensazioni. Lui è stato quel simbolo al quale un po’ tutti ci siamo ispirati.
Grande uomo di cultura quale è stato, era corteggiato conteso e il benvenuto negli ambienti più altolocati della società.
E’ stato più volte brillante presidente dei “Lions”; in tale veste si doveva occupare anche di organizzare le luculliane conviviali a lui ostiche in quanto amante della cucina semplice e soprattutto di quella della sua signora (ne aveva tutte le ragioni), suo malgrado doveva elaborare sofisticati e non ripetitivi “menù” a cui erano abituati i suoi commensali.
Salvatore è stato una persona di una amabilità e signorilità unica.
Uomo di grande generosità.
Raggiungibile da chiunque.
Dalla battuta ironica sempre pronta.
Pronto a sdrammatizzare in determinate situazioni
Pronto sempre ad invitare alla prudenza.
Uomo di pace sempre disponibile a dirimere ogni controversia.
Pronto a fare vedere o intravedere gli sprechi.
Gran simpaticone anche quando filosofeggiava.
Uomo che non ti metteva mai premura né al telefono né di presenza.
Uomo al quale piaceva colloquiare.
Aveva anche un buon rapporto con l’informatica e tecnologia in genere.
Ribadisco uomo di cultura vulcanica. Chiamavi lui al telefono e appena prospettavi un qualsiasi argomento si apriva immediatamente un’enciclopedia.
Salvatore non amava parlare di sé e tantomeno strombazzare i suoi successi; per cui pur essendogli stato molto vicino ed amico, sono sicuro di non essere al corrente di tante altre belle cose che lo hanno coinvolto nell’arco della sua vita.
Io personalmente ho un motivo di più per pensare a lui ogni giorno! Tutti i giorni mi guardo 2 o 3 dei quasi 5000 film audio descritti su pendrive di cui mi ha fatto dono il 23 febbraio dello scorso anno e che mi avrebbe aggiornato il 23 febbraio u.s. Anche ciò mi consentirà di pensare piacevolmente a lui ogni giorno e per diversi anni in futuro.
Senza tema di smentita, il professore è stato un dolcissimo marito e un ottimo padre. Tante volte ho potuto constatare quanto fosse legato alla sua bella famiglia.
Alla cara Aurora alla quale ho detto più volte di essere stata la moglie di un grande uomo, oggi ripeto il detto che dietro a un grande uomo c’è quasi sempre una grande donna e qui nella fattispecie tolgo il “quasi”.
Al figlio Emilio nel quale ho potuto scoprire diverse caratteristiche in comune col padre, nell’abbracciarlo forte, mi permetto di suggerire di portare sempre con sé quelle stesse qualità di suo padre che fanno la differenza tra gli uomini.
In questa scaletta di ricordi non cronologica ma altalenante, vi sarete accorti che ho utilizzato i verbi all’imperfetto e al passato prossimo. Intimamente il mio animo si rifiuta di pensare a Salvatore al passato remoto.
Prima o poi mi complimenterò con quel Sacerdote che ha officiato il funerale perché in sole 2 parole della bella omelia ha dipinto la figura del professor Salvatore Emmolo. “Intelligenza raffinata.” In queste due parole c’è tutta la figura, la personalità, lo stile, la bella persona, lo spessore umano e l’amabilità del professor Salvatore Emmolo in tutti i sensi".
                                                                                                                       Giovanni Arestia


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