Giudiziaria Le indagini

Andrea e Domenico, così piccoli così simili: tragica fatalità o malasanità?

Le inchieste Mirabile e Bandieramonte, 6 e 4 anni: due casi da sciogliere

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 Palermo – Una vacanza da sogno, in un resort di lusso sul Mar Rosso, trasformata in un paio di giorni in un incubo da cui non ci si risveglia. I genitori del piccolo Andrea Mirabile, 6 anni (foto), sono ovviamente ancora sconvolti. Li abbiamo visti sabato al funerale: il volto stanco, pallido, rigato dalla sofferenza. Contemporaneamente a Lampedusa si teneva la fiaccolata per Domenico Bandieramonte, 4 anni, portato via qualche giorno dopo da un batterio. Il papà di Andrea, Antonio, porta ancora addosso le conseguenze della lunga degenza, una sindrome ancora da inquadrare che lo ha ridotto in fin di vita e che potrebbe essere diversa da quella gli ha portato via il figlio. L’uomo sarebbe stato infatti vittima di una infezione urinaria, non di intossicazione.

La mamma Rosalia Manosperti (foto) è incinta al quarto mese di una bambina: si chiamerà Silvia, un nome scelto proprio da Andrea. Nelle prossime ore i magistrati siciliani ascolteranno entrambi, per aiutare così anche le indagini cliniche, cercando di capire - finché la memoria, per quanto dolorosa, è ancora fresca - non solo cosa abbiano mangiato ma anche toccato o respirato: chi hanno incontrato, i locali frequentati, come si è svolta la gita in barca a cui hanno partecipato. Insomma, con quale agente esterno possano essere entrati in contatto, quando e dove.. Intossicazione? Ma di che tipo e causata da cosa: allo stato, quella alimentare diagnosticata dagli egiziani resta solo un'ipotesi tra le altre, che non ha trovato pieno riscontro nelle analisi svolte finora a Palermo.

La famiglia ha accusato vomito e nausea ma non dissenteria, che è il sintomo tipico delle intossicazioni alimentari. Potrebbe quindi trattarsi di un avvelenamento dovuto magari all'esposizione a una sostanza con effetti infiammatori, o a un elemento tossico. Nelle carte degli investigatori di Sharm el Sheik, inoltre, c’è scritto che la madre ha riferito ai medici che il figlio aveva iniziato a stare male martedì, mentre i genitori affermano che i primi malori erano comparsi venerdì, tre giorni dopo, e che non hanno perso tempo a recarsi alla guardia medica. Pretendiamo tutti verità per questo dramma assurdo. Certo di intossicazione si può guarire, difficile morirvi così giovani: e qui, al di là del patogeno che ha scatenato i sintomi, è chiaro che entrano in gioco le responsabilità sanitarie.

Come per l’altra piccola ingiusta vittima di questi giorni: Domenico Bandieramonte, ancora in attesa di una data per la sepoltura. Qui è proprio e solo la sanità, quella siciliana, ad essere finita nel mirino dei genitori e di conseguenza dei pm: per loro è all’ospedale San Marco di Catania, dov’era stato ricoverato per un banale disturbo - anche in questo caso intestinale - che il figlioletto ha contratto l’enterococco che l’ha ucciso - anche a lui - in brevissimo tempo, dalla sera alla mattina. Qui la Procura di Catania ha aperto un fascicolo di inchiesta per il reato di omicidio colposo in ambito medico e anche la Regione ha istituito una commissione di indagine interna all’ospedale catanese, la prima delle strutture siciliane in cui il bimbo fu ricoverato prima di morire al Sirina di Taormina. Anche su di lui l’inchiesta va avanti.


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