Appuntamenti Rai Uno

Alberto Angela stasera in tv con Meraviglie, su Rai1 con Pompei

Il commovente disegno di un bambino prima della tragedia

https://www.ragusanews.com/immagini_articoli/27-05-2024/alberto-angela-stasera-in-tv-con-meraviglie-su-rai1-con-pompei-500.jpg Alberto Angela stasera in tv con Meraviglie, su Rai1 con Pompei


«Io continuo ad emozionarmi e continuo a imparare». Così Alberto Angela annuncia “Pompei. Le nuove scoperte”, uno speciale di “Meraviglie” prodotto da Rai Cultura in collaborazione con il Parco Archeologico e il ministero della Cultura in onda stasera in tv, lunedì 27 maggio alle 21.25 su Rai1. Un racconto che illustra le ultime campagne di scavo del Parco, con affascinanti ritrovamenti di cui alcuni mai mostrati prima con la partecipazione del direttore Gabriel Zuchtriegel, degli archeologi e dei tecnici del Parco. Con una novità pionieristica per la tv: un lunghissimo piano-sequenza di due ore e un quarto che non si interrompe mai. «Era una sfida impossibile -dice il conduttore- Volevo darvi la sensazione di essere con me». 

Per realizzare la puntata, interamente girata nel sito di Pompei all'interno dei nuovi cantieri di scavo, nessuna interruzione dunque durante le riprese: «Nel cinema è avvenuto più volte, ma nella tv forse non si era mai fatta -dice il conduttore - Per girarlo, tre gru, tre operatori, due volte la macchina e si entra nei vicoli, nei corridoi, nelle stanze, e non si poteva sbagliare. 

L'abbiamo provata diverse volte, durante una prova una delle telecamere si è fermata», spiega Angela. Che rivela poi un'altra caratteristica della trasmissione, ovvero far scoprire allo spettatore -oltre ai reperti magici dell'area- anche chi ci lavora costantemente. «Si scopre man mano chi lavora, tutti ragazzi e ragazze che si solito restano nell'ombra. Un lavoro di squadra». 

Vedere Pompei - Le nuove scoperte sarà dunque come camminare nella città antica con gli occhi di un pompeiano di duemila anni fa che vede riemergere dal materiale vulcanico gli oggetti di uso quotidiano. E li affreschi, i graffiti, tutte le tracce della vita di allora. La visita parte dall'Odeion, il più piccolo dei due teatri della città, dominato dalla vista del Vesuvio che si erge in lontananza oltre le mura. Si snoda poi per le antiche strade di Pompei attraversando botteghe, terme, locande e case private, dove le tracce della vita quotidiana del primo secolo dopo Cristo suscitano meraviglia ad ogni passo. Il percorso prosegue, poi, all'interno dell'Insula dei Casti Amanti, attualmente chiusa al pubblico (dal 28 aperta alle visite) un isolato già parzialmente esplorato in passato e oggi oggetto di nuovi approfonditi scavi che hanno appena portato in superficie i resti di altre vittime colte nel vano tentativo di mettersi in salvo dall'eruzione. Qui gli archeologi, ancora al lavoro, mostrano ad Alberto Angela e al pubblico ambienti ancora non conosciuti, interessanti oggetti di vita quotidiana appena emersi dagli strati vulcanici e stupefacenti opere d'arte ritornate visibili dopo quasi duemila anni. 

La commovente opera del bambino
Ma le opere più commoventi scoperte dagli archeologi sulle pareti di una domus sono i disegni di un bambino di duemila anni fa che, poco prima della tragedia, ha tratteggiato con il carboncino il suo immaginario infantile, ignaro che i suoi graffiti sarebbero sopravvissuti al passare dei secoli. Dopo un breve trasferimento in auto sopra la zona ancora non scavata di Pompei, Alberto Angela entra nei cantieri di scavo che interessano la regio IX, uno dei distretti della città ancora non interamente portati alla luce. Qui rivela agli spettatori splendidi saloni affrescati appena riemersi dal materiale vulcanico e un meraviglioso ambiente dipinto, scoperto proprio nei giorni di realizzazione dello speciale e ancora mai mostrato. Il percorso procede verso la «Casa del Larario», dove il racconto delle ultime ore della città romana si intreccia con la scoperta di ambienti che l'eruzione ha «cristallizzato», imprimendo nella cenere la fotografia degli ultimi istanti di vita di Pompei. Qui, con l'aiuto degli esperti del parco, Alberto Angela illustra la tecnica dei calchi, che ha permesso di rivelare le drammatiche immagini delle vittime nell'attimo stesso della loro fine


© Riproduzione riservata