Ragusa - L'appello è della camera penale degli iblei, ed è a firma dell'avvocato Nunzio Citrella: "C’è un grido di aiuto che viene dalle Carceri italiane, un grido soffocato dalle bombolette di gas, dai lacci stretti al collo dei detenuti, un grido nascosto da muri talmente alti e controllati da consentire a chi vi passa accanto di pensare ad altro, di non cercare di guardarvi oltre. Come per le condanne a morte descritte nella Bibbia, anche noi moderni destiniamo all’esecuzione penale luoghi che sono “fuori dalle mura” ideali della Città. Così la cinta del carcere crea due mondi destinati ad ignorarsi reciprocamente, rende impossibile per chi è fuori immaginarsi dentro e immaginarsi fuori per chi è dentro. L’umanità, però, ci sospinge a guardare oltre le siepi, a porre i nostri sensi dentro quella cinta muraria, a sentire l’odore delle celle sovraffollate, lo sgretolarsi tra le dita di vecchi e logori intonaci, la luce filtrata da sbarre, il rumore assordante di porte di ferro che si chiudono violente alle spalle. Noi Avvocati dell’Unione delle Camere Penali Italiane vediamo ogni giorno oltre la siepe del carcere, ascoltiamo quotidianamente il grido dei detenuti ed è talmente forte nelle nostre menti da non consentire più una muta osservazione; bisogna fare qualcosa, bisogna farlo subito, bisogna farlo insieme. Insieme perché, se l’interesse verso i detenuti deriva dal senso di umanità, il disinteresse non può che essere disumano. Proprio l’umanità è il senso che ci accomuna e consente di tradurre in pratica un concetto di “insieme” che rischia altrimenti di diventare mero slogan: Avvocati, Polizia Penitenziaria, Pubblici Ministeri, Giudici, Politici, Uffici Giudiziari, Clero, mondo dell’Associazionismo! Ascoltiamo quel grido di dolore soffocato che c’è dentro le celle e muoviamo verso l’intera società il nostro grido di umanità.
Lo faremo il prossimo 2 Luglio a Ragusa in Piazza San Giovanni, dalle ore 17:00 alle ore 20:00 con la Maratona Oratoria indetta dall’Unione delle Camere Penali che prevede una tappa a Ragusa; venite a dire la Vostra, non chiedo altro se non di parlarne".