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La grande mostra di Mario Testino a Roma A Beautiful World

Mario Testino, in mostra a Palazzo Bonaparte: settanta fotografie «in un mondo di meraviglie»

https://www.ragusanews.com/immagini_articoli/01-06-2024/la-grande-mostra-di-mario-testino-a-roma-a-beautiful-world-500.jpg La grande mostra di Mario Testino a Roma A Beautiful World


Roma - Un viaggio in trenta paesi. 
«Dopo oltre quarant’anni di moda, ora che sono in pensione posso realizzare una mostra con foto realmente mie, non più scattate su commissione», confessa con un paradosso Mario Testino, 70 anni, probabilmente il più famoso fotografo di oggi, presentando «A Beautiful World», da oggi a Palazzo Bonaparte. Settanta stampe a colori di grande formato nelle antiche sale di piazza Venezia, un allestimento spettacolare, sette anni di scatti in trenta paesi, costumi tradizionali indossati con orgoglio dalle genti di luoghi sperduti. «In un’epoca di globalizzazione in cui tutti vogliamo essere uguali, voglio esaltare la diversità — spiega — Voglio celebrare l’armonia che ci unisce ma anche le differenze, le contraddizioni che ci distinguono». 

Quando da Lima, dal natio Perù si trasferì a Londra per lavorare nel mondo della moda (Gucci versione Tom Ford, Versace e tutti gli altri) in realtà — confessa — voleva sentirsi come gli altri del suo nuovo paese. Cominciò a ritrarre top model e star — Madonna naturalmente, Kate Moss e Naomi Campbell, Claudia Schiffer e Gisele Bündchen, per arrivare ai reali inglesi, alla principessa Diana. Un creatore di icone. Uno stile descritto come luxury realism. «Ma io non sono inglese, sono peruviano», esclama oggi, anche se in onore delle origini italiane della famiglia ha scelto di vivere a Noto, in Sicilia. 

«A Beautiful World» è una storia di incontri: «gli occhi», la fierezza, i vestiti incredibili che raccontano «luoghi, religioni, lotte». Ecco il Gaucho di San Antonio de Areco, il paesino dove ogni anno si raduna il popolo delle pampas argentine, scalpitio di cavalli, polvere, sudore. Ma tutto questo non si avverte, Testino isola i soggetti fuori dal loro ambiente, collocandoli nel suo «studio portatile», si raccontano attraverso gli abiti della loro tradizione, l’ornamento del corpo fino ai capelli e alla pelle.

Lottatori, donne e bagnini

Un bagnino di Rio de Janeiro; El Diablo Blanco di Antigua, Guatemala; donne dell’Uzbekistan, del Perù e del Myanmar, una sposa di Bukhara in Uzbekistan; una donna vestita per la festa di Sant’Efisio in Sardegna, una «donna d’autorità» in Portogallo. Un magnifico lottatore di bokh in Mongolia; dervisci in una danza di «consapevolezza intensificata» in Iraq, un «uomo santo» in India; un devoto dell’Orisha Obatalà a Cuba, penitenti della chiesa cattolica romana della Escuela de Cristo in Guatemala. «Fede e desiderio di connettersi con qualcosa di sacro anche attraverso dimensioni di paura e sacrificio».

Dal Congo alla Sicilia

Ballerini per la danza dei 24 diavoli in Guatemala; donne di Lagartera in ricami barocchi, Spagna. Uomini mascherati del Congo e i Masai del Kenya. Dal Giappone, gigantesche immagini di geishe, attori del teatro No («tradizione che evoca sogni e il mondo degli spiriti»), uomini tatuati da Horiyoshi III («l’appartenenza attraverso l’esibizione è qualcosa di magico»). Una partecipante al ballo dei pastori di Balestrate in Sicilia con un centrino che nasconde il viso.

La tradizione semplice

Un mondo meraviglioso, un viaggio che — viene da pensare — riporta Mario Testino alla sua giovinezza, agli anni di studente della Pontificia Universidad Católica di Lima, alla tradizione semplice della sua famiglia. A seguire due servizi del Tg1: 


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