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Le Vie dei Tesori a Catania

Il programma dei weekend dal 5 ottobre al 3 novembre

https://www.ragusanews.com/immagini_articoli/05-10-2024/le-vie-dei-tesori-a-catania-500.jpg Le Vie dei Tesori a Catania


Catania - Si potrà scoprire l’Anfiteatro “nero” di notte, quando sarà illuminato come mai è stato prima; ma anche i codici miniati, corali e erbari secchi dei monaci in una biblioteca secolare; visitare lo studio d’artista lasciato immobile nel tempo da vent’anni; entrare in un calzaturificio e uscire in un teatro; camminare nelle terme romane. Questa settima edizione delle Vie dei Tesori a Catania – cinque weekend, sempre sabato e domenica dal 5 ottobre al 3 novembre – ha messo insieme alcuni siti inediti, anche abbastanza insoliti e li ha uniti a luoghi che sono stati invece particolarmente richiesti dal pubblico del festival.

Si andrà per terme antiche, chiese nascoste, palazzi nobiliari, collezioni inattese, atelier d’artista, biblioteche che racchiudono incunaboli e cinquecentine. Molti luoghi sono tornati a grande richiesta, nel programma costruito per il terzo anno da Alessandra Fabretti, realizzato con la collaborazione del Comune, della Diocesi e del Parco archeologico di Catania e Valle dell’Aci. Le visite partiranno proprio da uno dei tesori riconsegnati da poche settimane alla città, quell’anfiteatro “nero” che era negato e invece da giugno riaccoglie turisti e catanesi (già 13mila presenze): per Le Vie dei Tesori, si potrà anche visitare di notte, con una prospettiva inedita visto che per la prima volta, sarà tutto illuminato. E sarà uno spettacolo anche la salita in notturna alla chiesa di San Nicolò l’Arena, con il camminamento che chiude la scala a chiocciola di 141 gradini. Tra i siti nuovi di zecca, la meraviglia della biblioteca Ursino Recupero che conserva il patrimonio immenso di 290 mila volumi delle congregazioni e monasteri soppressi. Poi i musei-gioiello: il Musca, una piccola raccolta nel cuore della città dedicato alle antiche carrozze e ai finimenti, nata nell’Istituto per l’incremento ippico che ha raccolto l’eredità del Regio Deposito Stalloni creato nel 1884 dall’allora Ministero della guerra per preservare la razza dei purosangue; il Museo etnoantropologico Panascia, anche in questo caso nato dalla passione di un privato, Arturo Panascia per gli attrezzi da lavoro del mondo contadino: migliaia di oggetti che un tempo avevano una funzione e oggi sono dimenticati. E infine la sorpresa divertente per grandi e piccini, il Ludum, il museo della scienza dove vi perderete in cento esperimenti scientifici interattivi, un insettario e un planetario; e dove si applicano le leggi della fisica alla vita quotidiana. 

Un percorso a parte è quello che intercetta alcuni studi e atelier d’arte veramente sui generis. Si parte dalla casa-museo di Jean Calogero, strano e non conosciutissimo pittore (il vero nome era Giovanni Calogero) le cui opere oniriche e colorate piacquero a Liz Taylor, Gregory Peck o Gary Cooper. E la sua casa di Aci Castello è già uno spettacolo, visto che è esattamente come l’ha lasciata il pittore scomparso vent’anni fa. Si visita l’Atelier Lo Studio dove cinque artisti condividono spazio e idee: Simona Puleo, Claudia Corona, Elisa Cucinotta, Marinella Riccobene e Gabriele Raimondo. Riapre le porte il sogno d’arte di Carmelo e Ileana Mendola, artisti e scultori, padre e figlia che hanno creato una casa-museo che è un Bignami dell’arte e della cultura del secolo scorso. Non è uno studio d’arte, ma una collezione privata, che la scorsa edizione aprì a sorpresa solo un weekend: la Fondazione Kalos apre al pubblico la sua collezione di antiquariato e di “piccole cose di buon gusto” raccolte da due appassionati professori universitari. Fuori porta, si potrà scoprire un parco naturale immenso popolato da sculture e installazioni di arte contemporanea a San Giovanni La Punta: è la Fondazione La Verde La Malfa. 

Rieccoci in città: si potrà visitare la sede istituzionale per eccellenza, Palazzo degli Elefanti che cela affreschi settecenteschi, decorazioni barocche e opere d’arte. Ritornano i due antichi complessi termali nel cuore della città: le Terme dell’Indirizzo, resti di un complesso romano probabilmente del II secolo; e le Terme della Rotonda individuate dal principe di Biscari sotto una chiesa bizantina; l’Istituto Ardizzone Gioeni con il suo chiostro neogotico e una chiesetta con strani mosaici; la Società Storica Catanese (che conoscono solo i cittadini e neanche tutti) dove si scoprirà la “stanza dei re” con documenti dal 1816 al dopoguerra; l’ex Borsa Valori degli anni ’30, oggi Camera di Commercio. Ritornano anche la chiesa di Santa Maria di Gesù che è uno scrigno di preziose opere d’arte (la Madonna con bambino di Antonello Gagini e il trittico di Antonello da Saliba) e castello Ursino costruito da Federico II che ha resistito ad ogni calamità; si visita il nuovo allestimento multimediale di cui è stato dotato il Museo Vincenzo Bellini ricordando che l’anno prossimo cadono i 190 anni dalla morte del musicista; alla Cappella Bonajuto vi parleranno di come Houel ne subì il fascino bizantino, nella cripta di Sant’Euplio, la storia del martire cristiano; poi palazzo Asmundo di Gisira divenuto un albergo di charme, Palazzo della Cultura restaurato; i rimandi sfacciati al Rinascimento fiorentino di Palazzo Scuderi Libertini (sempre tra i siti più visitati). Poi c’è l’ex industria delle calzature EGA, 850 metri quadrati, su tre livelli in stile Decò, che nasconde una bellissima sorpresa, 105 gradini e un passaggio segreto verso il teatro Dusmet e la chiesa bombardata e recuperata, del complesso San Filippo Neri dove si racconteranno della “suora senza testa”. Sali su e trovi Terrazza Agata, il belvedere sullo stesso complesso, dove leggere la mano di padre e figlio architetti, Carmelo e Salvatore Sciuto Patti. 

Le mani d’oro fanno parte delle esperienze: quelle dei pupari storici, i Fratelli Napoli che racconteranno nel minuscolo teatrino Dusmet, l’amore tra il valoroso Uzeta e la bella principessa Galatea; quelle di mastro Alfredo Guglielmino che alla bottega Cartura ha creato un Cartour di impalpabili delicatezze di carta; quelle dei “pingisanti”, i decoratori degli scafi delle barche da scoprire in quell’universo a sé che sono i Cantieri Rodolico a Aci Trezza dove si potrà seguire anche un laboratorio di … uncinetto e i bimbi potranno scoprire gli ecosistemi marini. E visto che siamo in tema, sempre i piccoli spettatori potranno seguire un laboratorio della ceramista e arte terapeuta Elisa Cucinotta. Sull’Etna si sale per raggiungere Gjmàla, l’allevamento di dromedari (e tante altre bestie rare), dove vi spiegheranno perché questi “camelidi” stanno così bene da queste parti; oppure per scoprire Pedara dove all’azienda agricola Due Palmenti vi aiuteranno a riconoscere gli aromi e vi inviteranno a un déjeuner sur l’herbe. Senza contare che si andrà per mare veleggiando e guardando Ognina. Una passeggiata partirà nei pomeriggi di sabato 5 e sabato 12 ottobre alla scoperta dei siti Art Decò e Liberty di Catania: dalle facciate dei cinema Diana e Odeon fino al giardino Bellini. 

Nella vicina Acireale si ritornerà alla biblioteca Zelantea con il suo patrimonio di 250 mila volumi, incunaboli, manoscritti, edizioni rare; al Museo del Carnevale a cui è dedicata la festa più artigianale che esista, dove ogni singolo pezzo, maschera, calco, prevede la lunga opera dei maestri. Al Museo dedicato all’Opera dei pupi, vi spiegheranno che proprio i pupi di Acireale sono diversi sia dai catanesi (più alti) che dalle palermitani (più bassi). Si visiteranno opere e installazioni d’arte racchiuse nella mostra “De Intro” da Meraviglia Studio; o palazzo Martino Fiorini, tra affreschi e antichi cimeli di famiglia, fino alla terrazza che domina tetti e campanili. Un discorso a parte merita il sito archeologico di Santa Venera al pozzo con il complesso termale e le fornaci dove domenica 13 ottobre i bambini potranno imparare a modellare l’argilla come facevano gli antichi romani. E per chi vuole perdersi tra le nuvole, basta raggiungere l’arroccata ma affascinante Floresta, arroccata sui Nebrodi, dove vedrete che le tradizioni hanno ancora un valore.


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