Appuntamenti L’esposizione nostalgica

Palermo, polemiche sulla mostra che strizza l'occhio a Mussolini

"La Città Aurea” celebra l’urbanistica fascista, che a Roma produsse lo scempio di via dei Fori Imperiali

https://www.ragusanews.com/immagini_articoli/15-09-2022/palermo-polemiche-sulla-mostra-che-strizza-l-occhio-a-mussolini-500.jpg Un’immagine del Ponte dei Cappuccini, a Ragusa, nel 1935


 Palermo - Oggetti di arredo, ma anche abiti d'epoca e accessori appartenenti a collezionisti, scenografie dei teatri, auto d'epoca. E ancora, foto storiche di Eugenio Bronzetti e Dante Cappellani, con scene di società, di bimbi in ospedale, di donne con tubercolosi nei sanatori. Sono soltanto alcuni degli oggetti esposti, da domani - giovedì 15 settembre - fino al 30 novembre, all'Albergo delle Povere di Palermo nella mostra "La Città Aurea: Architettura e Urbanistica negli Anni Trenta in Sicilia”. Ma per alcuni osservatori, "l'importante è non riabilitare il Ventennio fascista". Gli oggetti saranno esposti su una superficie di oltre 500 metri, in sei sale lunghe 25 mt e larghe 8 mt.

L'esposizione è dedicata alla "grande stagione dell'architettura razionalista, nella specifica e pregevole declinazione siciliana relativamente al periodo compreso tra la fine degli Anni Venti e i primi Quaranta" si legge nel documento inviato ai collezionisti per la cessione temporanea dei loro oggetti, tra cui: una Moto Guzzi GTC cc500 del 1937, una Rudge 350TT del 1934 e una Fiat 508 CS Spieder sport 'Coppa d'oro' del 1934. Parte della mostra sarà occupata dai borghi rurali, nati proprio nel periodo fascista: un progetto di ricerca avviato da Regione e assessorato ai Beni culturali e all'identità siciliana che "intende ricostruire e approfondire il tema delle trasformazioni avvenute nel tessuto urbanistico ed architettonico della Sicilia nel periodo tra le due guerre".

"Facciano tutte le mostre che vogliono, ma il problema è che il giudizio sul fascismo è tombale, non c'è niente da riabilitare – replica, tra gli altri, lo scrittore e regista Moni Ovadia -. In quel periodo hanno operato pittori e scultori di grandissimo rilievo, ma non sarà stato certo merito del fascismo". In Italia, continua l'artista di origini israeliane, c'è "un clima che prosegue un'ambiguità idiota su 'Mussolini che ha fatto cose buone', ma ricordiamoci che Mussolini è stato una peste bubbonica. Il fascismo da un punto di vista etico è stato una catastrofe. La rottura deve essere netta e totale, che poi in quel periodo ci siano stati artisti è un altro discorso, l'umanità va avanti”.

Se dico che Leni Riefenstahl è stata una grande documentarista - conclude - non devo riabilitare il nazismo, ci fa un danno enorme". Inoltre, secondo il docente universitario Giovanni Ruffino, linguista e glottologo, "fare questo genere di mostra adesso, a poche settimane dalle elezioni, è fuori luogo". Quella che aprirà al pubblico appena 10 giorni prima del voto, regionale e nazionale, è la nona e ultima tappa della rassegna documentaria itinerante pensata da Nello Musumeci, che è stata anche a Ragusa nel febbraio 2020: "E' un invito all'approfondimento, allo studio, alla conoscenza della nostra storia, rivolto soprattutto ai più giovani” aveva detto l'ex governatore in occasione della precedente tappa, la scorsa primavera, a Siracusa.

“Un'occasione - aveva spiegato - per riflettere sul passato recente che ha visto protagonisti i nostri padri e i nostri nonni, lontani da ogni faziosità. Prendendo lo spunto da uno stile, il razionalismo, che ha segnato per diversi decenni la storia della urbanistica e dell'architettura non soltanto in Sicilia e ha innestato un'economia keynesiana, con grandi investimenti di denaro pubblico, per realizzare infrastrutture e generare possibilità di lavoro". Partita da Catania a fine 2019, "ha avuto un inaspettato successo in tutte le province in cui è stata allestita". A Palermo solo l'allestimento è costato 150mila euro.


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