Birgi, Tp- La rete pacifista siciliana si mobilita: ieri sera due manifestazioni a Palermo e Catania, dopo quella di domenica scorsa a Favignana contro la dislocazione di un potente radar della Marina militare a Punta Sottile. Stamattina un'altra a Siracusa. Il prossimo presidio sarà direttamente davanti a Sigonella, “la capitale mondiale dei droni” dice Alfonso Di Stefano, portavoce del movimento “No Muos No Sigonella”, allarmato dalla simultaneità della guerra scoppiata in Ucraina con la nuova esercitazione Dynamic Manta, in corso al largo delle coste meridionali dell’Isola: “Un imponente schieramento navale che include pure due sottomarini nucleari".
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Chissà se è per questo che è stato rinviato lo sfratto dell’esercito da Punta Bianca, nell’agrigentino: forse capiamo adesso il significato del prolungamento degli addestramenti nella futura riserva naturale. Del resto i venti di una guerra solo apparentemente lontana avevano iniziato a tirare sull’Isola già da prima, col passaggio a inizio febbraio, della flotta russa nel Canale in contemporanea con una precedente esercitazione Nato, la Neptune Strike. Certo i Global Hawks che decollano dalla base siracusana - 3 nelle ultime 24 ore - sono gli occhi dell’Alleanza atlantica sul drammatico scenario scatenato da Putin. Le prime immagini dell'invasione a Charkiv sono rimbalzate in tempo reale a Washington proprio da Lentini. I droni siculo-americani proseguono a girare sui cieli ucraini, risparmiati per ora dalle contraeree del Cremlino: abbatterli, anche per "errore", getterebbe altra benzina sul fuoco.
In prima linea c’è pure l'aeroporto di Birgi: anche da questo, già da alcune settimane, sono partiti alcuni aerei del 37° Stormo (foto) alla volta della Romania, per una missione di "air policing”, ovvero assicurare integrità e sicurezza dello spazio aereo. "Un'attività condotta in tempo di pace ininterrottamente, 365 giorni all'anno" rassicurano anche in questo caso il comando trapanese, ma è indubbio che in queste ore il fronte rumeno sia geograficamente molto delicato: Biden sta potenziando infatti il proprio dispositivo militare nell'Europa orientale, convogliando uomini e mezzi nelle aree al confine con l’Ucraina, ed è probabile che chieda una mano anche a Birgi.