Roma - Il rapporto rischi/benefici di Astrazeneca è “sempre a favore del vaccino” ma, a fronte dei nuovi casi emersi anche in Ue, è “sempre più difficile affermare” che non ci sia un “rapporto di causa ed effetto tra la vaccinazione” e “casi molto rari di coaguli del sangue insoliti associati a un basso numero di piastrine“. A parlare al Messaggero è Marco Cavaleri, responsabile vaccini dell’Ema, l’Agenzia europea del farmaco che da i via libera: “C’è un’associazione con il vaccino - ammette -. Cosa causi questa reazione, però, ancora non lo sappiamo”. Resta il fatto che “tra i vaccinati c’è un numero di casi di trombosi cerebrali con carenza piastrinica tra persone giovani superiore a quello che ci aspetteremmo, questo lo dovremo dire”.
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Cavaleri ribadisce che il rapporto rischi-benefici rimane inalterato e nettamente a favore del vaccino, vista la letalità del Covid e il suo impatto sulla società, ma avverte che dovranno essere fatte ulteriori valutazioni sulle “varie fasce d’età”. Le giovani donne, ad esempio, “spesso protagoniste dei casi di trombosi, patiscono meno l’effetto del Covid, dovremo valutare dunque il rapporto rischi-benefici per loro”. Non dimenticando, aggiunge, che “anche le giovani donne finiscono in terapia intensiva per Covid, dunque servirà un lavoro molto meticoloso”. Al momento gli eventi avversi sono stati accertati soprattutto in under 50, ma Cavaleri fa sapere che “ci sono stati casi anche tra i 50 e i 60 anni e ci sono anche uomini, circa il 20%: l’età media è attorno ai 45-47 anni“. Insomma, il collegamento – labile e solo per alcune tipologie di persone - alla fine ci sarebbe ma “come questo avviene però dobbiamo ancora capirlo, il nostro percorso di valutazione è ben lontano dall’essere concluso”.
Ma intanto? “Inizieremo a dare delle definizioni preliminari, ma difficilmente arriveremo a indicare dei limiti di età come hanno fatto vari Paesi. Noi siamo un’agenzia regolatoria e dobbiamo avere dati molto precisi sul rapporto rischio-benefici”. "Sarebbe preferibile che vi fosse una posizione univoca a livello europeo – continua Cavaleri - ma non è semplice, soprattutto non dimentichiamo che il peso del Coronavirus è differente nei vari Paesi: in Italia muoiono ancora 500 persone al giorno, in Norvegia quasi nessuno e questi fattori giustificano approcci differenti”. Già oggi quindi l’Ema tornerà a riunirsi per decidere come stilare una nuova “raccomandazione aggiornata” sul siero AstraZeneca che attualmente è sospeso per tutti in Olanda, fino al 15 aprile in Norvegia e Danimarca, limitato agli over60 in Germania e agli over55 in Francia.