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Cartelle esattoriali, arriva la dilazione in 84 rate (e fino a 10 anni)

Tasse, cartelle a rate e cessione dei crediti: cambia la riscossione. Arriva la dilazione in 84 rate (e fino a 10 anni)

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Roma - La riscossione delle tasse sta per cambiare profondamente. I contribuenti avranno maggiori possibilità di rateizzare i loro debiti con il Fisco. Ma la vera novità del decreto legislativo di riforma che, dopo il passaggio parlamentare, dovrebbe essere definitivamente approvato oggi in consiglio dei ministri, è un’altra. 

Tasse, cambia la riscossione
Si è deciso di fare “pulizia” nel magazzino dei ruoli, il posto dove ogni anno si accumulano le imposte che l’Agenzia delle Entrate non riesce ad incassare e che ha raggiunto, secondo l’ultima relazione della Corte dei Conti, la stratosferica cifra di 1.207 miliardi di euro. 

Le cartelle "restituite"
Viene innanzitutto introdotta una norma per evitare che tasse difficilmente riscuotibili, magari perché fanno capo a soggetti falliti o che risultano nullatenenti, si accumulino nel magazzino. Dopo cinque anni di tentativi infruttuosi, l’Agenzia restituirà la cartella a chi l’ha emessa. Che potrà cercare di incassarla per conto suo, magari affidandosi a enti privati di riscossione.

Il meccanismo
Nel testo che dovrebbe approdare domani in consiglio dei ministri, tuttavia, potrebbe esserci una novità. Verrà previsto che gli enti creditori possano cedere o trasferire in blocco crediti omogenei a investitori privati che procederanno ad operazioni di cartolarizzazione. In pratica le tasse non riscosse sarebbero impacchettate, e cedute a fronte di un corrispettivo. Poi con i proventi della riscossione si ripagherebbero le obbligazioni emesse dalle società di cartolarizzazione. Una misura che sarebbe riservata ai Comuni, che vedranno magari restituirsi multe o accertamenti di Imu e Tari dall’Agenzia delle Entrate.

Ad occuparsi della riscossione dovranno comunque essere società iscritte all’albo e con tutte le tutele del caso. A proporre questa modifica, che potrebbe essere recepita nel testo finale, era stata la Commissione finanze del Senato. Che in realtà aveva indicato questa soluzione anche per i 151 miliardi di euro di ruoli presenti nel magazzino dell’Agenzia delle Entrate attualmente sottoposti a procedure concorsuali. Non avrebbe invece trovato spazio nel testo finale del provvedimento, la richiesta arrivata dalla Camera di vietare l’iscrizione di una ipoteca sulla prima casa per le famiglie con figli in debito con il Fisco. Resta invece confermata l’impignorabilità dell’immobile che costituisce l’abitazione principale. 

Il passaggio
Per il resto lo schema del provvedimento sarebbe confermato. La novità più rilevante per i contribuenti riguarda le rateizzazioni. Saranno più semplici. Dal prossimo anno, per i debiti fino a 120 mila euro, si potrà avere una dilazione in 84 rate mensili contro le 72 attuali. Dal 2027 si passerà a 96 rate, mentre dal 2029 la dilazione si allungherà fino a 108 rate. In caso di acclarate difficoltà finanziarie, i contribuenti che hanno debiti con il Fisco inferiori a 120 mila euro, potranno ottenere una dilazione fino a 120 rate, dieci anni in tutto. 

La dilazione
Ma cosa significa acclarate difficoltà finanziarie? A stabilire i criteri per poter accedere alla dilazione più lunga, sarà un decreto del ministero dell’Economia e delle finanze. Il decreto, nello stabilire i criteri per questo allungamento della scadenza del debito fiscale, dovrà comunque tenere conto dell’Isee per le persone fisiche e dell’indice di liquidità nel caso in cui si tratti di imprese. La rateizzazione prevista dal decreto legislativo sulla riscossione, costerà alle casse dello Stato circa 2 miliardi di euro su base pluriennale. I soldi sono stati presi dal “fondo taglia tasse”, il salvadanaio all’interno del quale il governo ha stipato i proventi della delega fiscale. Lo stesso salvadanaio che servirà, a fine anno, a prorogare il taglio delle aliquote Irpef.


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