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Chi giudicherà i crimini di Putin è siciliano: il cv di Rosario Aitala

Chi è il 54enne catanese, ex poliziotto, oggi giudice della Corte penale internazionale dell’Aja

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 Catania - «Il diritto internazionale penale è un modo di guardare il mondo. Chiunque legga le pagine della storia delle atrocità di massa, anche se molto distanti nel tempo e nello spazio, diventa testimone di crimini che invocano giustizia». Lo ha scritto nel suo ultimo libro Rosario Salvatore Aitala, giudice della Corte penale internazionale dell’Aja. Nato nel 1967 a Catania, dove si è formato laureandosi in giurisprudenza e conseguendo il dottorato di ricerca: è lui il giudice incaricato di seguire il fascicolo sui crimini di guerra compiuti in Ucraina dalla Russia, che dovrà decidere il destino di Vladimir Putin.

Professore di diritto internazionale penale alla LUISS, Aitala è stato fino al 1992 funzionario di polizia e nel 1997 è entrato in magistratura: ha lavorato a Milano, Trapani, Roma ma è stato molto all’estero. Prima di arrivare all’Aja è stato consigliere per le aree di crisi e la criminalità internazionale del ministero degli Esteri in Albania, Afghanistan, Balcani e America Latina oltre che consigliere dell’ex presidente del Senato Piero Grasso. È componente della commissione sui crimini di guerra istituita dalla ministra della Giustizia Marta Cartabia. Nel suo libro ha scritto, inoltre: «È nel secolo più violento di sempre, il Ventesimo, che il male smisurato si afferma come meditata strategia politica giocata sulla pelle di milioni di persone inermi. Dunque non mera malvagità: piuttosto grammatica del potere». 


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