Roma - Chi è stato contagiato con il Covid ha ottenuto punteggi più bassi nei testi di intelligenza: la ricerca suonerà bizzarra ma è stata appena pubblicata sul prestigioso The Lancet e ha coinvolto scienziati dell'Imperial College di Londra, del Kings College e delle università di Cambridge, Southampton e Chicago. Lo studio ha coinvolto 81.337 persone tra gennaio e dicembre dello scorso anno, 13mila dei quali avevano contratto il virus: in quanti fra questi erano stati intubati, ricorrendo alla terapia intensiva, è stato rilevato un calo nel punteggio del QI di circa 7 punti rispetto a coloro che non avevano contratto il virus.
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Le performance inferiori sono state riscontrate nel ragionamento, nella pianificazione e nella risoluzione dei problemi. «I risultati concordano con le ricerche sul Long Covid - si legge nello studio -, in cui sono comuni la "nebbia cognitiva", problemi di concentrazione e difficoltà a trovare le parole corrette». A ridurre la qualità delle prestazioni potrebbero aver concorso però molteplici cause. «Studi precedenti su pazienti ospedalizzati con malattie respiratorie - continuano i ricercatori britannici - non solo dimostrano deficit cognitivi oggettivi e soggettivi, ma suggeriscono che questi possano rimanere fino a 5 anni». Sia pure con i suoi tempi, l'appannamento delle facoltà mentali sarebbe dunque risolvibile.