Ragusa - I positivi aumentano ogni giorno e non potrebbe essere altrimenti, visto che l’obbligo di mascherina all’aperto è decaduto giustappunto un paio di settimane fa; che gran parte della gente s’è data a baci e abbracci; e che i vaccini proteggono dalla sviluppo dell’infezione ma non dalla stessa. Anche con la seconda dose è possibile contagiarsi e trasmettere il virus a chi non ha ancora ultimato o iniziato il ciclo. E la Sicilia è la regione che ha vaccinato meno over 60, in rapporto alla popolazione: la categoria più a rischio e, guarda caso, anche quella a cui spetta il famoso Astrazeneca. Un aspetto da non sottovalutare del loro indugio: forse garantendogli la possibilità di un siero alternativo qualcuno si convincerebbe.
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Tuttavia, sottolinea lo stesso rapporto Gimbe che ha divulgato i dati, grazie a chi s'è vaccinato "anche con una circolazione virale elevata, l'impatto sui servizi sanitari sarà inferiore rispetto alle ondate precedenti". Nella settimana presa in esame, 7-13 luglio, i casi sull'Isola sono aumentanti del 43% diventando 78 per 100mila abitanti; ma i reparti Covid - l'altro parametro che sancisce la zona bianca - si mantengono ampiamente sotto le soglie di saturazione, che è al 10% per l’area medica e al 5% per le terapie intensive. Anche nell’ultimo bollettino di giovedì, che ha segnato un tasso di contagiosità a un soffio dal 3%, non ci sono stati morti e né boom di ricoveri. E’ vero che le ospedalizzazioni vengono sempre dopo, e ancora più tardi i decessi. E allora proprio per questo occorre non indugiare rinviando l’appuntamento con le iniezioni: nell’ultimo mese, complici le vacanze, sono crollate in Italia del 73%.