Attualità Roma

Conte licenzia Grillo: il contratto da 300 mila euro non sarà rinnovato

Conte annuncia che il contratto da 300 mila euro del fondatore del Movimento 5 Stelle non sarà rinnovato

https://www.ragusanews.com/immagini_articoli/24-10-2024/conte-licenzia-grillo-il-contratto-da-300-mila-euro-non-sara-rinnovato-500.jpg Conte licenzia Grillo: il contratto da 300 mila euro non sarà rinnovato


Roma - Giuseppe Conte ha annunciato la decisione di non rinnovare il contratto che garantiva 300 mila euro al fondatore del Movimento 5 Stelle. «Beppe Grillo è responsabile di una contro-comunicazione che fa venire meno le ragioni di una collaborazione contrattuale», sostiene il leader politico del movimento nel nuovo libro di Bruno Vespa Hitler e Mussolini. 

«Grillo - dice Conte nel libro di Vespa - ha rivendicato il compenso come garante anche nelle ultime lettere che mi ha scritto. Io non ho mai accettato che fosse pagato per questa funzione, che ha un intrinseco valore morale e non è compatibile con alcuna retribuzione». All'annuncio del leader pentastellato è seguita la tempestiva replica dello staff di Grillo: «A noi non risulta che Conte abbia fermato la consulenza, il contratto è in essere. A oggi non c'è nessuna comunicazione a riguardo», affermano all'Adnkronos.

Nelle anticipazioni del nuovo libro di Vespa, Conte, dopo aver chiarito che fu raggiunto «un compromesso retribuendo la nota abilità comunicativa per rafforzare l'immagine del movimento», dice che «di fronte a un processo costituente che ha coinvolto l'intero movimento, Grillo sta portando avanti atti di sabotaggio compromettendo l'obiettivo di liberare energie nuove». «Con Grillo qualcosa si è incrinato in maniera irreversibile. Umanamente sono molto colpito da come si comporta - sostiene il leader del M5S a Bruno Vespa -. Già in passato ha avuto atteggiamenti velenosi nei miei confronti, ai quali non ho dato peso perché su tutto prevalevano gli interessi della comunità. Vedere oggi che contrasta in maniera così plateale un processo di partecipazione democratica che ci riporta agli ideali originali di Casaleggio mi ha rattristato moltissimo. Perché, al contrario di quel che scrivono i giornali, lo scontro non è personalistico (Grillo contro Conte), ma vede Grillo battersi contro la sua stessa comunità».

Davide Casaleggio, figlio di Gianroberto che con Grillo fondò il M5S, ha commentato ai microfoni di a Un giorno da pecora, su Rai Radio 1. Tra Conte e Grillo ne resterà uno solo? «Si, ma un solo elettore se continuano così...», scherza. E poi più serio: «Non so perché sia uscita proprio oggi questa notizia del "licenziamento" di Grillo da parte di Giuseppe Conte, è un po' strano che Conte lo dica a Vespa e non a Beppe o agli iscritti».

«Rapporto tra Grillo e Conte irreversibile? Per me non è compatibile con la storia del Movimento 5 stelle, della partecipazione. Si vede adesso: c'è una finta partecipazione, con degli iscritti che non si sa chi siano, Conte ha estratto queste persone, ma non si sa come, partecipa direttamente alla riunione. Certo che è giusto cancellare chi non è attivo, ma è strano che per tre anni non lo fai e ora che c'è una battaglia con Grillo venga fuori». Quanto al percorso dell'Assemblea costituente, Casaleggio dice: «Penso sia un percorso di Conte per gestire il problema delle elezioni europee, ed è stato annunciato dopo perché è stato un disastro elettorale. Non sono mai andate così male. Non so chi lo trovi democratico». La notizia dello stop a Grillo ha subito messo in moto le reazioni. «Vedo che tardivamente Conte fa quello che avevo auspicato da tempo: interrompere il contratto da 300 mila euro l'anno a Grillo», ha detto Maurizio Gasparri presidente dei senatori di Forza Italia, «a che titolo i grillini hanno dato questi soldi al loro fondatore? Per quali servizi? Qual è il trattamento fiscale di questi compensi? Sono soldi presi dai gruppi parlamentari e, quindi, da soldi pubblici versati dai cittadini o da dove arrivano questi soldi? Ho deciso di presentare un esposto alla Corte dei conti che investe le responsabilità di Grillo, dei grillini e anche di Conte, il cui tardivo ravvedimento non va a sanare eventuali violazioni che gli organi di controllo dovranno accertare».

A Gasparri replicano i capigruppo M5S alla Camera e al Senato Francesco Silvestri e Stefano Patuanelli e i tesorieri dei gruppi 5 Stelle Elisa Pirro e Emiliano Fenu: «È incredibile come Maurizio Gasparri riesca a cogliere tutte le occasioni possibili per fare brutta figura. I compensi dati dal Movimento 5 Stelle a Beppe Grillo sono totalmente alla luce del sole. Si consoli: nulla c'entrano i fondi dei gruppi parlamentari. Lui piuttosto è passato agli onori delle cronache per una oscura vicenda sull'utilizzo improprio dei fondi del suo gruppo parlamentare. Gasparri deve capire che non tutti sono usi a piegare i regolamenti parlamentari a proprio uso e consumo, c’è chi come noi li rispetta e basta. Da lui aspettiamo ancora una spiegazione seria e credibile sull'incarico di presidente di una società attiva nel settore della cybersicurezza che non comunicò al Senato. Spieghi ai cittadini in difficoltà il perché della ferrea opposizione alla tassa sugli extraprofitti bancari da chi una banca c'è l'ha in casa. Gasparri e trasparenza sono due parole che viaggiano su binari paralleli che non si incontreranno mai». «E' uno dei pochi casi in cui sono d'accordo con Conte», ha detto Carlo Calenda leader di Azione, «Grillo per un periodo ha funzionato ma ora si può usare al contrario, a seconda di quello che dice si fa il contrario. Può essere utile in questo senso».


© Riproduzione riservata