Ragusa - Per molti esperti come Vito Muggeo, professore di Statistica all'università di Palermo, a questo ritmo la Sicilia raggiungerà le soglie del 10 e 15% in rianimazione e reparti Covid ordinari rispettivamente fra una decina e trentina di giorni: contando che la regione è stata classificata a rischio “moderato” per la seconda settimana consecutiva e che l’incidenza ogni 100mila abitanti ha superato i 50 casi a settimana da un mesetto (ora è a 196), vorrebbe dire tornare in zona gialla proprio a ridosso di Natale. Più cauto da Roma l’Iss, secondo cui non è ancora prevedibile quando ci sarà il picco e quanto sarà alto: certamente in misura significativamente minore dell’anno scorso.
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Negli ultimi bollettini l’Isola ha registrato i dati peggiori da agosto, ma esattamente un anno fa - il 18 novembre 2020 - sull’Isola ci furono ben 1837 nuovi contagi e 44 morti. Osservando il grafico dell’evoluzione delle due voci, si nota come in Sicilia (tabella 1) le due curve abbiano seguito un andamento nettamente differente da quello del resto d’Italia (tabella 2) già da inizio anno. Dopo la prima grande ondata comune di fine 2020, infatti, nella media nazionale i positivi sono scesi conoscendo un secondo picco a marzo e due sussulti, in estate e in questi giorni.
La Sicilia, invece, ha gennaio ha visto un balzo delle infezioni superiore anche a dicembre; e poi altre due brusche impennate ad aprile e agosto. Tanto che, se nel Paese si parla a stento di quarta “ondina”, sull’Isola è in corso a tutti gli effetti quella che si può definire come quinta ondata. Anche per quanto riguarda i morti: in Sicilia (tabella 3) sono arrivati solo a novembre, saltando a piè pari la strage italiana della primavera-estate 2020 (tabella 4); quindi, dal 2021, i decessi hanno seguito i due diversi andamenti dei contagi. Gli statisti vedono giallo a dicembre, il nostro pronostico resta invece quello di un bianco Natale, contornato da piccole zone arancioni: vedremo se saremo smentiti dai prossimi report.