Ragusa - La pressione dell'ennesima ondata Covid che si profila all'orizzonte è tutta sui reparti ordinari e in pronto soccorso, molto meno in rianimazione. Ma l'emergenza - ormai si è capito - è data dall'affollamento ospedaliero creato dall'infezione, non dalla sua letalità: il virus continua infatti a produrre complicazioni e sintomi seri in numerosi pazienti, pur non conducendoli al boccaglio d'ossigeno, che si sommano ai tanti da ricoverare per altre malattie, con diagnosi e terapie spesso trascurate o rimandate negli ultimi due anni proprio per il Coronavirus.
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"Su 100 pazienti che si presentano in pronto soccorso 30 sono positivi" dice Massimo Farinella, primario di Malattie infettive al Cervello di Palermo, ma la situazione non è diversa nelle altre province siciliane: lo dimostra il boom di contagi registrati anche oggi nel ragusano. È cessato lo stato di emergenza, non la pandemia. E non si è fatto tesoro dell'esperienza: affidarsi alla responsabilità individuale, come in passato, è stato un grande errore. La spinta finale alla rincorsa del virus l'ha data l'abolizione dell'obbligo di mascherina in luoghi chiusi e affollati come bar, negozi, supermercati, stadi e teatri.
Ora bisogna "avere il coraggio politico di passare dalla raccomandazione all'obbligo - insiste Farinella, intervistato da Repubblica -. Se non lo fa il governo nazionale, la Regione si assuma la responsabilità di farlo in Sicilia". Inoltre, "non ci sono mai state evidenze scientifiche" che con l'arrivo dell'estate il Covid si attenui: "È sempre passata questa teoria poiché in estate le persone si comportavano in maniera diversa, si iniziava a stare di più all'aperto e non chiusi dentro a un locale ma la mascherina negli anni passati c'era. Adesso no, e questi sono i risultati".
