Ragusa – La domenica delle Palme ha segnato, per la prima volta da un po’ di settimane a questa parte, un’inversione di tendenza nella crescita dei contagi Covid: mentre in Sicilia crescono, la media nel resto d’Italia cala. I dati di un giorno possono non voler dire molto, tuttavia è indubitabile che sull’Isola sia in corso una recrudescenza del virus, con l’incidenza oramai stabilmente oltre il 3% e i casi a un soffio da quota 1000. Lo testimonia il tappeto di pois rossi sparsi sull’Isola. Centirupe in provincia di Enna e Comitini, Racalmuto e Siculiana in quella di Agrigento sono gli ultimi comuni siciliani entrati in zona rossa nel weekend e ci resteranno fino al 6 aprile incluso, data a cui è stata contestualmente posticipata la red zone a Caltavuturo e San Mauro Castelverde nel palermitano.
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Si trattava dei primi comuni in scadenza dei 20 che compongono l’attuale elenco delle aree off limits, in cui disposto il divieto di transito in ingresso e in uscita per raggiungere le seconde case e la chiusura delle scuole di ogni ordine e grado. Provvedimento, quest’ultimo, già in vigore in un’altra ventina di paesi che non sono in lockdown. Incalcolabili poi le cittadine, come Comiso, che chiudono solo i plessi dove si sviluppa il focolaio. In realtà domani, martedì 30 marzo, è l’ultimo giorno di isolamento per gran parte dei paesi in lista, tra cui Scicli, motivo per cui si attendono a ore nuove ordinanze firmate Musumeci, che proroghino alcuni rossi o ne istituiscano di nuovi visto che la situazione contagi sull’Isola non è proprio rassicurante. Dipenderà dai report delle Asp certificare se l’allarme è rientrato o meno. L’altra macchia rossa del ragusano, Acate, è già previsto che prosegua per un’altra settimana, fino a martedì prossimo. Palermo da oggi è già in quasi-rosso, con l'entrata in vigore della "settimana blindata" voluta dal sindaco Leoluca Orlando, che sbarra ai pedoni spiagge, parchi e ville.