Ragusa - Anche in Sicilia la variante Omicron s’avvia a soppiantare ormai al 100% dei nuovi casi la vecchia Delta: incrociando le dita, non si ha notizia di nuove pericolose mutazioni Covid - né in Europa né in altri continenti - ed è dunque ragionevole pensare che la zona gialla, ufficialmente in vigore da oggi sull’Isola, possa degradare ulteriormente verso il bianco nei bollettini delle prossime settimane. Quelli del weekend, in particolare l’ultimo di domenica, hanno registrato un calo anche dei decessi.
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L’unica differenza con l’arancione è che i non vaccinati potranno spostarsi dal proprio comune di residenza anche senza motivo, naturalmente sempre senza entrare nei tanti posti in cui è vietato l’ingresso senza certificato verde. Il governo s’ostina a mantenere in piedi il gioco dei colori, nonostante da febbraio ormai la differenza la facciano solo il possesso del super green pass - per quanto riguarda le restrizioni sociali - e la campagna vaccinale - per quanto concerne le curve di contagi, ricoveri e decessi: prima s’abbassano, prima partirà la riconversione di hub e personale sanitario a favore delle troppe cure e terapie rimaste in sala d’aspetto, per le altre malattie.
Preoccupa il lascito dell’epidemia, in termini di salute pubblica ma anche economica: sulla ripresa, già difficile per chi riparte sciancato da debiti e spese, incombe pure la criminalità. Gli ingenti bonus generano vorticosi flussi finanziari, che inevitabilmente calamitano le mafie finanziarie. "Cosa Nostra dimostra tuttora una forza significativa grazie ad ingenti profitti ricavati da attività illecite e reinvestiti nell'economia legale” spiega il generale Antonio Quintavalle Cecere, comandante provinciale della Guardia di finanza di Palermo.
“La forza economica - continua - consente ai clan di tenere sotto controllo interi quartieri assumendo la veste di governo parallelo, in grado di risolvere controversie ed elargire prestiti a tassi spesso poco al di sopra di quelli legali: modi per rinnovare quotidianamente il consenso sociale" che le istituzioni hanno definitivamente perso. "Attenti alla mafia, ma non fermiamo edilizia e Pnrr" prega il presidente di Sicindustria, Gregory Bongiorno -. Si continua a ripetere che si tratta di un'occasione unica, dimenticando che la Sicilia da quasi 30 anni riceve miliardi di fondi europei. Ma le ultime nostre grandi opere sono quelle di 40 anni fa, realizzate con i soldi della Cassa per il Mezzogiorno".