Roma – Altro che zona arancione: c'è una regione che, dopo mesi in cui erano sparite dalla cartina geografica italiana, rischia di passare già in zona rossa, una possibilità che tutti ritenevano remota solo fino a qualche settimana fa. È la Valle d'Aosta, che ha un tasso di occupazione in area medica al 45%, ma secondo molti virologi di questo passo tutta l'Italia rischia di andare in rosso tra fine gennaio e inizio febbraio. I grafici allegati, realizzati dalla fondazione Gimbe, mostrano come quelle che finora abbiamo definito ondate Covid sono state in realtà “ondine” rispetto a quella che stiamo attraversando ora (grafico 1 e 2) e che - seppure in maniera molto minore rispetto alle due grandi impennate di un anno fa - iniziano a ricrescere anche le curve di ricoveri e morti (grafico 3 e 4).
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Attualmente rischiano l’arancione, da lunedì 10 gennaio, Liguria, Calabria e anche la Sicilia. Tuttavia l’unica vera differenza con la zona gialla - al netto delle nuove regole stabilite dall’ultimo decreto del governo - sarebbe quella di dover esibire il certificato verde (ottenuto anche tramite tampone negativo entro le 48 ore) per uscire dai comuni con oltre 5mila abitanti. Il dato preoccupante è che morti e ricoveri di oggi riflettono le infezioni di 2-3 settimane fa, quando nel Paese si registravano mediamente 25-30mila casi al giorno: se le centinaia di migliaia di nuovi casi di questi giorni si tradurranno, fra altre 2-3 settimane, in malati gravi e quindi in ospedalizzazioni e decessi, la situazione diventerebbe davvero tragica.
Il trend è in costante ascesa e il pericolo di una nuova strage è confermato proprio oggi dall'Institute for Health Metrics and Evaluation (Ihme), un centro di ricerca indipendente sulla sanità globale dell'università di Washington, secondo cui in Italia il picco dei decessi per Covid potrebbe arrivare a metà febbraio, raggiungendo tra i 343 e i 576 morti al giorno, in assenza di misure di contenimento più severe. Anche nella nuova mappa Ue (grafico 5) l'Italia - ad eccezione della Sardegna - è diventata ormai tutta rossa scura, cioè al massimo grado di rischio: significa che il numero di positivi delle ultime due settimane ha superato i 500 per 100mila abitanti.
Per passare in zona rossa l’occupazione di posti letto in area non critica deve arrivare al 40% mentre quello in rianimazione deve essere almeno del 30%. È uno scenario ancora lontano con le percentuali attuali ma che, bollettino dopo bollettino, si sta facendo sempre più concreto. Nella massima fascia di rischio ci sarebbe un ritorno a un vero e proprio lockdown, anche per i vaccinati e guariti in possesso del super green pass: divieto di uscire dal comune di residenza se non per motivi di lavoro, necessità o urgenza; solo asporto e consegna a domicilio da bar e ristoranti e bar; chiusura di tutti i negozi ad esclusione di quelli con codice Ateco, ovvero alimentari, supermercati, farmacie, edicole, tabaccherie e abbigliamento per bambini.