“Se i casi di variante brasiliana aumentano e soprattutto se si conferma una minore protezione da parte del vaccino, non resta che istituire subito un lockdown duro in tutta Italia". E’ netto il virologo Andrea Crisanti, direttore di Microbiologia a Padova. “Il primo caso in Italia (a Varese, ndr) è un segnale del fatto che non siamo difesi dalle varianti Covid, se si incominciano a diffondere e si dovesse vedere che la variante brasiliana è effettivamente resistente al vaccino allora rimane solo un’opzione, ripeto: zona rossa ovunque. Non possiamo permetterci di mandare all’aria il vaccino, non scherziamo”. Da alcuni lavori scientifici condotti sulla mutazione brasiliana "sembra che gli anticorpi abbiano una capacità di bloccare l'infezione appena del 30%, diminuita cioè del 70%".
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Un allarme, su questa specifica variante brasiliana, passato finora sotto traccia dai media rispetto alle precedenti ma condiviso da molti altri medici e scienziati, a cominciare dal consulente del ministro Speranza, Walter Ricciardi. La conferma del rischio che le varianti mandino all’aria l’efficacia dei sieri fin qui prodotti arriva dagli stessi studi che sta conducendo Moderna, a distribuzione in corso, per ora sulle varianti inglese e sudafricana: “Crediamo che sia fondamentale essere proattivi mentre il virus si evolve” dichiara l’azienda statunitense che, per assicurare una più elevata protezione, sta sperimentando una terza dose di richiamo che rafforzi la risposta immunitaria. La società farmaceutica sta valutando inoltre un nuovo vaccino, “modificato” anche questo, che funzioni per tutti i ceppi finora i emersi. I test su quello brasiliano devono però ancora cominciare, anche da parte delle altre case produttrici. E' normale che la ricerca vada avanti in parallelo alle somministrazioni, il problema è che ha ritmi fisiologicamente inferiori all’evoluzione di questo virus.