Lentini, Sr - Prima il sottomarino a Pozzallo, poi il radar a Portopalo, quindi il drone militare dalla base di Sigonella: ma che sta succedendo in Sicilia? Che ruolo ha l’Isola in questi giorni di alta tensione internazionale sulla crisi Ucraina? Dopo l’approfondimento di Ragusanews, Fanpage l'ha chiesto oggi al generale in pensione Carlo Landi, ex comandante del Centro Sperimentale di Volo A.M e consigliere nazionale dell'Associazione Arma Aeronautica.
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A proposito dei droni senza pilota, "si chiamano Global Hawk (foto), ovvero velivoli progettati per sorvegliare zone su lunghissime distanze - spiega -. Hanno un'autonomia di 30 ore e possono raggiungere 20mila metri di altezza. Il Global Hawk è stato costruito dalla Northrop Grumman con il supporto dell'agenzia DARPA e il primo di quelli destinati alla Nato è decollato dalla base di Palmdale in California e ha raggiunto la base siciliana di Sigonella in 22 ore coprendo più di 10mila 600 chilometri. Tutto mentre a terra c'erano degli operatori che lo pilotavano. Sono aerei che possono essere sia della Nato che statunitensi: a Sigonella ci sono due velivoli Global Hawk degli Stati Uniti e 5 della Nato. Altra possibilità è che possa trattare di un velivolo "U-2", in questo caso c'è un pilota a bordo. Ma non sempre sono presenti nella base di Sigonella, quindi è meno probabile".
Traiettoria e altri dati del velivolo sono riportati sul sito Flightradar24. Dalle immagini - continua il generale - si vede che il velivolo ha acceso il suo risponditore radar e quindi è stato intercettato anche dal sito e da tutti i radar civili, una volta sul mare di fronte a Catania. Qui è salito in quota e si è diretto verso l'Ucraina: una volta sul territorio ucraino ha fatto una missione di sorveglianza. Verso la zona Est, vicino alla città di Dnipo, ha fatto quello che in termine tecnico si dice un pendolamento. Ovvero è andato avanti e indietro. Quella è proprio la parte dei combattimenti in cui sono coinvolti gli schieramenti filorussi. Quindi ha fatto delle riprese per controllare se è rispettato il cessate il fuoco in atto. Poi il drone è andato verso la Bielorussia per controllare lo schieramento delle forze russe sui confini. Ha poi virato verso Sud, per avvicinarsi alla zona in cui i russi hanno spostato la flotta per le esercitazioni”.
Che ci riportano nel Mediterraneo. “La Sicilia e la base di Sigonella hanno un ruolo fondamentale anche ora – conclude Landi -, lo sono state anche nel periodo delle tensioni in Libia e con la Turchia. Questo perché la base è posizionata strategicamente in mezzo al Mediterraneo. Questo vuol dire che un aeroplano che ha 20 ore di autonomia può sorvolare tutte le nazioni del Mediterraneo senza nessun problema e rilevare quantità enormi di dati fotografici ma anche elettronici come le emissioni di radar di navigazione di altri aerei e anche alcune comunicazioni radio e telefoniche.