Attualità Italia vs Covid

Decreto Draghi, tanta attesa per nulla? Cosa (non) cambierà dal 5 marzo

Dalla prossima settimana le regole del nuovo governo fino a Pasqua, a metà mese ci sarà solo la variante inglese

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 Ragusa - Nell’arco di un paio di settimane tutti i nuovi contagi da Covid avverranno con la variante inglese, predominante tra quelle scoperte finora: la mutazione virale sta già prevalendo in gran parte d’Italia e d’Europa e, secondo la comunità scientifica, ci metterà poco a sostituirsi completamente all’originario ceppo “cinese”. Da tempo gli esperti annunciano un'impennata dei casi dovuta alle mutazioni del Coronavirus, che su gran parte del territorio siciliano e nazionale obiettivamente non s'è ancora vista. Tant’è che molti virologi da qualche giorno non sembrano considerare più un dramma queste variazioni sul tema. Ad ogni modo anche col vecchio virus il semaforo colorato ha mostrato di saper mitigare solo a breve termine il contagio, ma non di riuscire a controllarlo sulla distanza. Anche a causa del suo continuo lampeggiare: più si schiarisce, più l’infezione riparte.

L'idea che trapela dai palazzi romani è di evitare un lockdown che, dopo un anno, tramortirebbe definitivamente l'economia facendo esplodere la tensione sociale. L’ipotesi è di implementare, dal 6 marzo, un nuovo  pattern minimo di misure comuni (per ora l’unica certa è il no agli spostamenti immotivati fuori regione, già prolungato di un mese) con dei pois rossi esclusivamente laddove si registri una ripresa dei casi. Come, ad esempio, avverrà da oggi nei comuni palermitani di San Cipirello e San Giuseppe Jato. Un sistema che, se nell’immediato salvaguarda la vita e le attività circostanti al cluster, mostrerebbe tutti i suoi limiti se le macchioline dovessero allargarsi alle aree limitrofe: a quel punto solo una red zone, più ampia rispetto a quella strettamente necessaria, ridurrebbe il rischio che il cerchio rosso diventi provinciale o regionale. Più si avvicina il nuovo Dpcm, atteso questo weekend, più appare chiaro che Draghi non introdurrà chissà quali novità. Non è che siano infinite le soluzioni da mettere in campo per contrastare l’epidemia: mascherine e distanziamenti non saranno certo tolti.

Al massimo, nelle sole zone a basso Rt potrebbe essere posticipato il lockdown, col ritorno a cena al ristorante come chiede Matteo Salvini, magari fino alle 24. Sebbene il ministero della Salute sia contrario, forse pure cinema e teatri potrebbero riaprire con ingressi limitati, posti distanziati, gel e termo scanner. Il braccio destro di Speranza, Walter Ricciardi, pare invece essersi ammutolito dopo lo scontro proprio con il segretario leghista. Più difficile riaprire la serranda per palestre e piscine, come cerca di evitare a tutti i costi il Cts. La realtà è che qualunque ordinanza prenderà forma sarà solo un sistema “tampone”, un provvedimento provvisorio in attesa che si smuova qualcosa sull’unica vera misura in grado di farci uscire dal continuum di allarmi: vaccinarci tutti e subito. I governatori - Musumeci incluso - ripetono che le loro macchine sono rodate, aspettano solo le scatole con le boccette. 


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