Modica - Il 30 e 31 gennaio, presso la Domus Petri di Modica, si è svolta l'iniziativa "Progetti di vita possibili" , un evento dedicato ai temi della disabilità, della salute mentale, dell'autonomia e dell'inclusione sociale. La manifestazione ha visto la partecipazione di istituzioni, enti del terzo settore, professionisti e persone con disabilità, con l'obiettivo di promuovere soluzioni concrete per migliorare la qualità della vita e favorire l'integrazione sociale e lavorativa. Uno dei momenti centrali dell'evento è stata la presentazione del Progetto PSR del Villaggio del Magnificat, che ha evidenziato come la collaborazione tra istituzioni e realtà locali possa tradursi in interventi capaci di rafforzare le autonomie personali e generare un impatto positivo sullo sviluppo rurale del territorio. L'evento ha rappresentato anche il momento conclusivo di questo progetto, offrendo un'occasione emozionante in cui i ragazzi coinvolti hanno avuto l'opportunità di raccontare in prima persona le loro esperienze e le attività svolte all'interno del progetto. Ci siamo soffermati sul lessico della parola dis-abilità.
Quando possiamo dire che una persona con disabilità non è più tale?" ha esordito l'Assessora Chiara Facello, sollecitando una riflessione sulle barriere sociali e culturali che spesso ostacolano il pieno riconoscimento dell'autonomia delle persone con disabilità. Nel corso delle due giornate, i dibattiti hanno toccato vari aspetti del "progetto di vita" , sottolineando l'importanza di percorsi personalizzati e di supporti concreti per favorire una reale inclusione sociale e lavorativa. Per l’ASP di Ragusa sono intervenuti il Dott. G.Mustile, sostituto Direttore DSM ASP Ragusa, il Dott. Giorgio Garofalo, Direttore ff. UOC Psichiatria 2 di Modica, la Dott.ssa Giovanna Assenza, Assistente Sociale CSM di Modica, la Dott.ssa Maria Elena Fascetto, Educatrice Professionale CSM di Modica. E’ stato presentato ed approfondito il tema dei “progetti terapeutici riabilitativi personalizzati” sostenuti da “budget di salute” . Centrale è stato il tema del lavoro come strumento di autonomia e partecipazione attiva alla comunità. Particolare attenzione è stata riservata alle politiche attive del lavoro, ai tirocini di inclusione sociale e al ruolo strategico del welfare integrato, con il coinvolgimento degli enti del terzo settore e delle cooperative sociali di tipo B.
"Oggi affrontiamo non solo il tema del lavoro, ma anche quello della dignità" è stato ribadito più volte durante gli interventi. Diversi esempi virtuosi hanno mostrato come l'inclusione lavorativa possa tradursi in opportunità concrete. Salvo Borrelli ha raccontato l’esperienza della Cooperativa Sociale Terra Iblea, sottolineando che "Il miglior premio per il nostro lavoro è quando la gente viene da noi" Il Dott. Rodolfo Ficicchia, della Comunità alloggio per disabili psichici Palcoscenico 180, ha sottolineato la necessità di passare dalla concezione di "progetti di vita possibili" a quella di "progetti di vita doverosi" , ponendo l'accento sulla tutela dei diritti e delle opportunità per tutte le persone con disabilità. Ha illustrato il modello adottato dalla sua comunità, basato su attività quotidiane che favoriscono l'autonomia: passeggiate, attività ludiche, gestione di pratiche burocratiche e altre esperienze di vita indipendente. Un altro caso esemplare è stato quello dell'impresa sociale "Tutti a fare" , che ha creato opportunità lavorative reali nel settore delle pulizie, del catering e del teatro. "Non sono attività sociali, sono attività lavorative" , è stato ribadito, evidenziando come questi percorsi abbiano portato molte persone con disabilità a firmare il loro primo contratto di lavoro. L'esperienza di Casa Don Puglisi, raccontata da Maurilio Assenza, ha ribadito l'importanza dell'azione collettiva: "Se ognuno fa qualcosa, allora si può fare molto" . Un approccio che supera la mera assistenza per promuovere dignità e autonomia.
Il Dott, Franco Perazza, la Dott.ssa Barbara Businelli, Assistente Sociale del CSM di Gorizia, e la Dott.ssa Bastiani della Cooperativa sociale La Collina di Trieste, hanno illustrato le buone pratiche adottate nel Friuli Venezia Giulia, a partire dalla riqualificazione dell’iconico Parco Basaglia simbolo della liberazione italiana dalla schiavitù dei manicomi, evidenziando come l'inserimento lavorativo possa diventare un motore di sviluppo per l'intera comunità. Ponendo l’accento sull'importanza di valorizzare le competenze piuttosto che focalizzarsi sulle limitazioni. La discussione si è focalizzata anche sul modello di presa in carico comunitaria, evidenziando l’evoluzione dei Centri di Salute Mentale (CSM) in Friuli Venezia Giulia e l’introduzione di servizi di supporto attivi 24 ore su 24. Un approccio che ha reso possibile una continuità assistenziale efficace, capace di rispondere in maniera puntuale ai bisogni delle persone con disabilità. L’evento si è concluso con la tavola rotonda "E da domani?" , nella quale sono stati elaborati spunti concreti per il futuro dell’inclusione sociale. "La differenza tra il dire e il fare non è il mare, ma il cominciare" è stata una delle frasi conclusive, a sottolineare che l’impegno per un cambiamento
reale deve tradursi in azioni concrete e durature. Ma soprattutto, per realizzare un cambiamento, è necessario collaborare. “E’ proprio la parola collaborazione che occorre curare con la massima attenzione – ha concluso Edoardo Barbarossa, presidente della Cooperativa sociale Villaggio del Magnificat, che ha promosso l’evento – purché questa sia una scelta e non un vincolo, perché può essere l’unico modo per superare la frammentazione e l’isolamento degli operatori e dei beneficiari” . Occorrono strumenti stabili di collaborazione ed occorre che tutta la Comunità ne sia partecipe. La sperimentazione dei Progetti di vita nella fase iniziale della vita della persona, al momento della diagnosi, è un campo privilegiato di collaborazione. "Ritengo che approfondire il discorso sui budget di salute che personalizzano gli interventi pubblici a favore delle persone più fragili sia, nel nostro territorio che a breve potrebbe finalmente attuarli, il modo migliore di dare cittadinanza a tante battaglie del volontariato e del terzo settore affinché i nostri quartieri siano più equi giusti attenti e partecipati" ha commentato Salvo Garofalo, fra gli animatori del Convegno.