Alla ricerca della “totalità”. Oggi è il giorno dell’eclissi in Nordamerica. Solo in una fascia larga 180 chilometri si potrà ammirare la sovrapposizione completa fra Luna e Sole. La fase di totalità, per i più fortunati, durerà 4 minuti e 28 secondi. Per tutti gli altri l’eclissi dell’8 aprile sarà solo parziale, ma pur sempre spettacolare. In un modo o nell’altro tutti o quasi gli abitanti del Nordamerica potranno infatti apprezzare almeno uno spicchio di oscurità.
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L’ombra dell’eclissi percorrerà una traiettoria ad arco che inizierà in Messico quando da noi saranno le 17:42 e terminerà in Canada alle 22:52. L’ultima volta che la Luna aveva oscurato il Sole nell’America del Nord era stato il 2017. La prossima eclissi avverrà nel 2026 in Groenlandia, Islanda e Spagna. Fra i siti che trasmetteranno le immagini in diretta c’è quello del nostro Inaf (Istituto Nazionale di Astrofisica) . Sono previsti collegamenti con i ricercatori dell’Istituto che si trovano al momento in Messico, Usa e Canada per seguire il percorso dell’ombra lunare.
L’eclissi avviene quando la Luna si viene a trovare esattamente fra Terra e Sole. Il disco lunare si avvicinerà gradualmente a quello solare fino a sovrapporsi a esso, oscurandolo. Le dimensioni apparenti del satellite oggi saranno particolarmente grandi. La Luna, percorrendo la sua orbita, non si trova infatti sempre alla stessa distanza dalla Terra. Oggi è molto vicina (360mila chilometri) e questo fa sembrare il suo disco particolarmente ampio, quindi capace di coprire per intero il disco del Sole per un periodo lungo: quattro minuti e mezzo di totalità sono quasi il massimo cui si possa aspirare durante un’eclissi. Il rapporto fra il diametro della Luna e quello del Sole sarà di 1,056, con il primo quindi leggermente più grande del secondo. Per prolungare l’esperienza della totalità alcune compagnie aeree hanno organizzato dei voli che percorreranno la traiettoria dell’ombra. Il record di durata appartiene al Concorde, che il 30 giugno del 1973 percorse il Tropico del Cancro a 2.200 chilometri orari, inseguendo il percorso dell’eclissi e prolungando il periodo di totalità fino a 74 minuti.
Come osservare l'eclissi solare
Durante l’oscurità è possibile anche notare alcuni pianeti del sistema solare: Giove alla sinistra del Sole e Venere alla destra. Saturno e Marte si troveranno a destra di Venere, ma saranno più deboli. Con un telescopio vicino a Giove sarà visibile la cometa 12P/Pons-Brooks, che passa dalle nostre parti ogni 71 anni. E’ soprannominata “cometa del diavolo” per la forma della sua coda, che sembra si divida a formare due corna. Basta un istante: puntare lo sguardo sull’eclissi può causare danni permanenti alla vista. L’oscuramento del Sole può darci la sensazione di poter sostenere la vista della stella, ma è solo un’illusione. Chi assisterà direttamente all’eclissi dovrà proteggere gli occhi con delle lenti scure. Negozi e siti in Nordamerica sono inondati di occhialini appositi, capaci di bloccare il 99,999% della luce. Occorre controllare che abbiano una certificazione, ed evitare di affidarsi ai famigerati vetri scuri delle bottiglie di birra. Cambiamento dei colori e macchie nere nel campo visivo sono i sintomi che i raggi del Sole hanno causato danni agli occhi.
L’eclissi è un’occasione imperdibile anche per gli scienziati. La copertura del disco lunare permetterà di osservare la parte più esterna del Sole: la misteriosa corona, di solito sovrastata dalla luminosità della stella. Formata da plasma, un gas carico elettricamente, e spessa milioni di chilometri, la corona è una sorta di atmosfera solare e ha la particolarità di superare la temperatura di un milione di gradi: ben oltre la superficie della stella che pure si trova sotto di lei. Sui motivi di questo eccesso di energia gli scienziati si interrogano da tempo. Oggi avranno tra l’altro l’occasione di osservare il Sole in una delle fasi più attive e turbolente del suo ciclo, che dura in media 11 anni. Una squadra di ricercatori dell’Inaf approfitterà dell’oscurità per verificare l’ipotesi dell’esistenza dei vulcanoidi: asteroidi che secondo alcune teorie, finora non verificate, percorrerebbero orbite vicine al Sole, più interne anche del pianeta Mercurio.