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E’ morto Franco Abruzzo, storico presidente dell’Ordine dei giornalisti della Lombardia

Sui suoi manuali hanno studiato generazioni di aspiranti giornalisti. Aveva 85 anni

https://www.ragusanews.com/immagini_articoli/12-04-2025/e-morto-franco-abruzzo-storico-presidente-dell-ordine-dei-giornalisti-della-lombardia-500.jpg E’ morto Franco Abruzzo, storico presidente dell’Ordine dei giornalisti della Lombardia


Milano - Franco Abruzzo, storico presidente dell’Ordine dei giornalisti della Lombardia, è morto a Milano all’età di 85 anni: lascia la moglie Diana e le figlie Vittoria e Anna Maria. Abruzzo ha guidato per 18 anni l’ordine, ma il suo nome è da sempre legato anche ai manuali di formazioni e poi al suo sito di aggiornamenti e di informazioni professionali e giuridiche del giornalismo italiano e della sua vita sindacale.

A darne notizia è l’ordine lombardo, che ricorda così l’ex presidente: “Primo praticante riconosciuto d’ufficio in Italia, Abruzzo era entrato nel Consiglio regionale dell’Ordine a giugno 1986, è stato presidente dal 15 maggio 1989 al 7 giugno 2007, ed è stato eletto di nuovo consigliere a maggio 2010. L’Ordine lombardo, per diversi aspetti, risente ancora della sua impronta, soprattutto nell’attenzione a quei colleghi più deboli, privi di diritti, che svolgono l’attività ma non riescono a entrare nel mondo dell’Ordine. Fondamentale è stata anche la sua attenzione alla Formazione: Abruzzo ha potenziato l’Istituto ‘Carlo de Martino’ per la formazione al giornalismo, la nostra scuola di giornalismo che ha preparato in 30 anni 682 giornalisti professionisti (e si è poi trasformato in un Master dell’Università di Milano; è intervenuto nella deontologia, e in particolare sul tema della commistione pubblicità-informazione e ha fatto di Tabloid, un periodico fondamentale per l’analisi di tutti gli aspetti della nostra professione”. 

Abruzzo, nato a Cosenza il 3 agosto 1939, ha iniziato a lavorare al Tempo e al Giornale d’Italia, poi il trasferimento a Milano, dove inizia a lavorare al Giorno come cronista giudiziario, poi caposervizio di cronaca giudiziaria, caposervizio al Politico e poi alle cronache nazionali sotto la guida di Italo Pietra, Gaetano Afeltra, Guglielmo Zucconi. Nel 1975, viene chiamato da Eugenio Scalfari a la Repubblica, ma – dopo aver firmato – resta al Giorno. Passerà al Sole 24 Ore di Gianni Locatelli nel 1983: ci resterà fino a marzo 2001, dopo aver ricoperto e funzioni di caposervizio Interni, vice redattore capo, segretario di redazione, redattore capo centrale. Nel 1978 fa parte dei gruppo che, attorno a Walter Tobagi, dà vita alla componente Stampa democratica e diventa consigliere e componente della Giunta dell’Associazione lombarda dei Giornalisti, e del Consiglio nazionale della Fnsi. 

Ricorda l’ordine anche la sua attività di insegnamento: Storia del giornalismo e poi Diritto dell’informazione all’Università degli Studi di Milano Bicocca e all’Università Iulm di Milano. Tra i suoi libri. “Il giornalista, la legge e l’esame di Stato”, “Guida del giornalista” e il “Codice dell’informazione e della comunicazione”.


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