Palermo - Colpo di scena per le elezioni regionali Sicilia 2022 che, dopo le dimissioni di Nello Musumeci, si terranno in data 25 settembre insieme alle politiche. Un voto che sull'Isola arriva dopo le amministrative del 12 giugno, dove sono stati eletti i nuovi sindaci di Palermo (Roberto Lagalla del centrodestra) e di Messina (il deluchiano Federico Basile). Nonostante il passo indietro, con ogni probabilità sarà di nuovo in campo l’attuale governatore, ma nel centrodestra non tutti sembranoo essere pronti a sostenere la sua corsa verso un secondo mandato.
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Chi ha giocato d’anticipo è Cateno De Luca che, dopo essersi dimesso dalla carica di sindaco di Messina, ha annunciato la sua candidatura a presidente di Regione come indipendente. Nel centrosinistra il candidato è stato scelto tramite le primarie: a imporsi è stata Caterina Chinnici (Pd), che ha avuto la meglio su Barbara Floridia (M5s) e Claudio Fava (sinistra). Resta da capire ora che faranno i moderati e i centristi. Guardando i sondaggi che finora sono stati pubblicati, queste elezioni regionali sembrerebbero essere molto equilibrate, con la definizione delle alleanze che sarà fondamentale per capire chi sarà il candidato favorito.
Le elezioni regionali in Sicilia in questo 2022 si terranno in data 25 settembre invece che, come da calendario, in autunno inoltrato. Una decisione questa dettata dalle dimissioni presentate da parte di Nello Musumeci. Il governatore ha motivato questa accelerazione con l’opportunità di accorpare le regionali alle elezioni politiche, risparmiando così circa 20 milioni ed evitando una interruzione del calendario scolastico. Anche se ancora c’è chi spera in un doppio giorno di voto, i seggi in Sicilia per le regionali e per le politiche si apriranno nella sola giornata di domenica 25 settembre dalle ore 07:00 alle ore 23:00.
La legge elettorale è stata modificata l’ultima volta nel 2014, quando è stato deciso di applicare una sforbiciata al numero dei deputati eletti, passati da 90 a 70. Per il resto è una legge elettorale in gran parte proporzionale, che prevede il voto di preferenza e un premio di maggioranza di sette deputati, tra cui anche il Presidente eletto, alla lista del candidato più votato. Oltre al seggio assegnato al secondo candidato più votato, i restanti 62 deputati vengono votati tramite le liste provinciali dove è ammesso il voto disgiunto. Ogni provincia ne elegge un numero differente: Agrigento 6, Caltanissetta 3, Catania 13, Enna 2, Messina 8, Palermo 18, Ragusa 4, Siracusa 5, Trapani 5. Allo stato, non essendo previsto un ballottaggio, verrà eletto Presidente il candidato capace di prendere anche un solo voto in più dei suoi avversari.
Lo scorso novembre Musumeci ha rotto gli indugi, annunciando la sua volontà di correre per un secondo mandato ma, ad eccezione di FdI, nessun altro alleato ha risposto con entusiasmo. Del resto le recenti turbolenze dentro la maggioranza non hanno disteso il clima all’interno del centrodestra: in particolare sarebbe Forza Italia a opporsi fermamente a una candidatura-bis dell’attuale governatore, pensando di puntare sull’ex ministro Stefania Prestigiacomo. Un sicuro aspirante tra le fila del centrodestra è De Luca, che ha presentato il suo nuovo partito popolare "Sud Chiama Nord" insieme all’europarlamentare ex 5 Stelle Dino Giarrusso. Tre le liste a suo sostegno: Orgoglio Siculo, Sicilia Vera - Rinascimento e De Luca Sindaco di Sicilia - Sud chiama Nord.
Situazione definita nel centrosinistra, dove Partito Democratico, sinistre, Europa Verde e il Movimento 5 Stelle, si sono affidati alle primarie: il 23 luglio sono stati 30.000 i siciliani che hanno preso parte al voto. Con il 44,77% delle preferenze a imporsi è stata l’europarlamentare Caterina Chinnici (Pd), mentre il sottosegretario Barbara Floridia (M5s) si è fermata al 31,74% e Claudio Fava (lista Cento Passi) al 23,22%. Nonostante l’apertura dei giallorossi, che a livello nazionale sono in rottura, Azione e Italia Viva non hanno preso parte a queste primarie di coalizione, con la strategia dei moderati ancora è tutta da decifrare.
Sono diversi i sondaggi pubblicati in questi mesi. L’ultimo in ordine di tempo è stato realizzato da Euromedia Research (nella foto). Musumeci sarebbe il grande favorito, ma Caterina Chinnici potrebbe vincere se il candidato del centrodestra fosse Gianfranco Miccichè, Stefania Prestigiacomo o Raffaele Strancanelli. Un altro sondaggio è stato realizzato di recente da Quorum per Socialcom. Per quanto riguarda l’intenzione di voto per le coalizioni i risultati sono stati: Candidato csx + M5s 37,5%; Candidato cdx 36%; Candidato centro + liste civiche 13%; Indecisi 11%; Astenuti 22,4%.
Diversa però la situazione pesando direttamente i possibili candidati. Tre gli scenari:
1) Nello Musumeci, sostenuto dal cdx 45,2%; Giancarlo Cancelleri, sostenuto da csx e M5s 26,8%; Cateno De Luca, sostenuto da liste civiche 15,7%; Altro candidato 12,3%; Indecisi 9,8%; Astenuti 21,8%.
2) Nello Musumeci, sostenuto dal cdx 43,3%; Claudio Fava, sostenuto da csx e dal M5s 32,0%; Cateno De Luca, sostenuto da liste civiche 14,9%; Altro candidato 9,8%; Indecisi 6,0%; Astenuti 20,4%.
3) Nello Musumeci, sostenuto dal cdx 39,7%; Caterina Chinnici, sostenuta da csx e M5s 35,5%; Cateno De Luca, sostenuto da liste civiche 13,8%; Altro candidato 11,0%; Indecisi 7,3%; Astenuti 19,4%.
Musumeci, insomma, uscirebbe ancora una volta vincitore a prescindere dallo sfidante.