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Escursione alla Grotta di Senebardo a Palazzolo Acreide. VIDEO

La catacomba di Senebardo risale al VI-IX secolo d.C., durante la dominazione bizantina

https://www.ragusanews.com/immagini_articoli/10-02-2025/escursione-alla-grotta-di-senebardo-a-palazzolo-acreide-video-500.jpg Escursione alla Grotta di Senebardo a Palazzolo Acreide. VIDEO


Palazzolo Acreide - La catacomba di Senebardo è un sito riscoperto da poco, a Palazzolo Acreide, in provincia di Siracusa. Chiamata anche ''grotta'' e per anni lasciata in condizioni di incuria e abbandono, si trova vicino al sito dell'antica città greca di ''Akrai'', una delle prime colonie di Siracusa.

 L'area non ha una esatta data di scoperta, tra le pubblicazioni più antiche va senza dubbio annoverata quella di Führer e Schultze, del 1907. Era sicuramente nota alla gente del luogo, che nel corso del tempo l'ha utilizzata come riparo o deposito. Soltanto negli ultimi anni è nato l'interesse per la catacomba, anche grazie ad alcune associazioni, come Natura Sicula e all'impegno dell'artigiano Enzo Marabita.

La catacomba di Senebardo risale al VI-IX secolo d.C., durante la dominazione bizantina. Vi si trovano maestosi sarcofagi a baldacchino e ornamenti architettonici che fanno credere si tratti di sepolture destinate a reali e personaggi illustri. La catacomba verosimilmente sorse su rovine di altri edifici si pensa che inizialmente fosse una vecchia cisterna, probabilmente di epoca romana e che poi in età bizantina venne trasformata. Chi fosse Senebardo non è molto chiaro, ma la tradizione lo definisce come un Basileus, che aveva la sua base nel territorio acrense, probabilmente prima dell'arrivo degli Arabi. Senebardo, principe bizantino, avrebbe fatto costruire la catacomba per sé e per la nobiltà a lui vicina. All'interno della tomba sono presenti numerose incisioni in alfabeto latino e in alfabeto greco e, tra quest'ultime si legge abbastanza bene il nome ''Senebardo'' Attorno all'ambiente centrale ricavato dalla cisterna vi sono diverse tombe scavate nella roccia. Oltre alle iscrizioni in greco lungo le pareti, vi si trovano tracce lasciate nel corso del tempo da passanti, viaggiatori e contadini. L'ambiente centrale probabilmente è stato ampliato durante i secoli e utilizzato come luogo di orazione cultuale. Soltanto negli ultimi anni l’ipogeo è stato ripulito e reso fruibile, grazie al volontariato di Enzo Marabita, all'interesse di varie associazioni come Natura Sicula e dell'amministrazione comunale di Palazzolo Acreide. 


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