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Ex parroco di Ischia e la storia d'amore con la parrocchiana (sposata): «È stato un dono di Dio»

Don Antonio Scala: «Il futuro non lo conosco, io spero di continuare con questa donna perché ci vogliamo bene»

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Ischia, Napoli - Parla don Antonio Scala, il sacerdote di Ischia che nei giorni scorsi si è dimesso da tutte le sue cariche ecclesiastiche a causa di una relazione con una parrocchiana sposata. «Non rimpiango quello che ho fatto, è stato un dono di Dio», ha detto il parroco, raggiunto al telefono da Storie Italiane su Rai1. «Il futuro non lo conosco, io spero di continuare con questa donna perché ci vogliamo bene», ha aggiunto. 

«Per me è stato qualcosa di molto forte, altrimenti ci saremmo allontanati come dopo una passeggiata, tu vai a casa tua, io ritorno a casa mia e nascondiamo tutto. Ma non ci siamo riusciti. Possiamo ingannare gli uomini, ma Dio alla fine vede tutto e sa tutto. Ho pensato di andare dal vescovo e dirgli "ho fatto questo" e di prendermi la responsabilità, ci vuole un po' di tempo per tutti». «Voglio bene alla comunità», ha poi concluso, «porto tutti nel cuore, spero che non si allontanino dalla Chiesa. Ma questa è la mia vita, una mia scelta che non c'entra con loro. Non ritorno, ormai ho chiuso e non mi sento più di fare il prete. Non basterebbe una confessione, ci vuole una conversione». 

Una storia che, per sommi capi, ricalca la trama di "Uccelli di rovo", l’epica miniserie televisive del 1983 (ispirata all’omonimo romanzo di Colleen McCullough scritto nel 1977) nel quale scoppia l’amore tra padre Ralph e Meggie. 

Tutto ha avuto inizio nell’imminenza delle festività natalizie, quando una donna di 35 anni, sposata e con prole, ha allontanato il marito comunicandogli di voler interrompere la sua relazione coniugale perché follemente invaghita di un altro uomo. Cose che al giorno d’oggi, se vogliamo, rappresentano la regola piuttosto che l’eccezione. Se non fosse per un dettaglio tutt’altro che trascurabile: la signora ha perso la testa per un sacerdote di 57 anni, don Antonio Scala, che tra l’altro ricopriva un ruolo di primo piano all’interno di uno degli uffici della diocesi isolana. Impossibile, in una realtà territorialmente circoscritta come quella ischitana, evitare che la notizia si diffondesse con tutto quello che ne è conseguito.


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