Milano - Sciupato, dimagrito, affranto dal dolore.
Ha voluto essere presente al funerale dell’amico di sempre, malgrado le precarie condizioni di salute. Marcello Dell’Utri ha portato l’ultimo saluto a Silvio Berlusconi senza cedere più di tanto alla commozione, all’interno di un Duomo in cui è stato trattato con deferenza, prima ancora che rispetto e amicizia, da parte soprattutto dei pionieri di Forza Italia. L’ex senatore è l’emblema della storia del partito, è il simbolo della fondazione ma anche di rapporti ambigui (da lui e dal Cavaliere sempre negati) che gli sono costati una condanna a 7 anni per concorso esterno in associazione mafiosa, di cui 4 scontati in carcere. Alla fine della funzione, dopo aver parlato con Tajani, Galliani e anche con Massimiliano Allegri, Dell’Utri viene via dall’uscita laterale del Duomo.
"La gente ancora un po’ voterà per Berlusconi. Poi nella vita tutto finisce. Sarà il tempo a darci le risposte", ha dichiarato Dell'Utri uscendo dal Duomo.