Roma - Il governo Draghi deve ancora partire ufficialmente ed è già alle prese con le prime spinose polemiche politiche, inevitabilmente interne alla stessa larga maggioranza appena formata, che sconterà il proprio limite proprio nella sua generosa ampiezza. Lo sci non riapre e il governatore veneto, Luca Zaia, chiede indennizzi istantanei per gli operatori. Che poi è esattamente ciò si farà appena l’esecutivo s’insedierà ufficialmente, dopo il doppio voto di mercoledì e giovedì in Senato e alla Camera: il tempo tecnico dei voti di fiducia deve pur concederlo. La decisione del ministero della Salute e del Cts di rinviare al 5 marzo la decisione su piste e impianti, a stagione invernale ormai di fatto conclusa, ha sollevato le ire dei capigruppo leghisti Romeo e Molinari: "Via i tecnici" tuonano. Ma anche il presidente dem dell'Emilia Romagna, Stefano Bonaccini, lamenta il ritardo della comunicazione: "Adesso basta, serve un nuovo metodo inaccettabile".
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Qualcuno della vecchia maggioranza prova a stemperare la tensione: “E’ una coda del caos precedente…". La Lega è pronta però a mettersi di traverso pure sul lockdown sponsorizzato dalla coppia Roberto Speranza-Walter Ricciardi, alla luce della rischiosa circolazione delle varianti Covid: “Prima di terrorizzare gli italiani, parli con Draghi” replica velenoso Matteo Salvini. Che poi è esattamente ciò che ministro e consigliere hanno annunciato di voler fare nei prossimi giorni, appena prenderà possesso di Palazzo Chigi: il leader del Carroccio ha comunque messo in chiaro che lui si opporrà. Direttamente con Speranza, appena riconfermato, non se la prende ancora nessuno: probabilmente a breve ci sarà un "rimpasto" tra le fila del Comitato scientifico guidato da Miozzo. Certo il nuovo corso non è neanche cominciato e già se ne avvertono le interne fibrillazioni, destinate a mettere da subito a dura prova i nervi del neo premier.