Ragusa – E’ legge: dal 15 ottobre chi non ha il green pass non può lavorare nemmeno come volontario alla mensa Caritas. Non scappa nessuno: pubblico e privato, col contratto a tempo indeterminato e partita iva, nei campi all’aperto e al chiuso di una fabbrica o di un ufficio. Chi è guarito dal Covid potrà comunque aspettare massimo 9 mesi per vaccinarsi: l’unica alternativa a porgere i braccio, per chi può permettersela, è andare avanti a oltranza col tampone negativo ogni due giorni che – al prezzo “calmierato” dal governo – equivale a 150 euro al mese (è gratuito solo per chi ha l’esenzione dal vaccino).
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La pena è la sospensione senza stipendio né contributi previdenziali fino a iniezione avvenuta, ma senza perdere il posto: se e quando la pazienza abbia un limite non è specificato ma una lunga attesa una circostanza che, se diffusa, potrebbe mettere in difficoltà le aziende con un presenza diffusa o strategica di no vax. Le imprese che non richiedono la presenza potrebbero metterli in smart working, ma è giusto elargire tali elastiche concessioni ai renitenti, privandone i colleghi che si sono comportanti correttamente? Chi si sente discriminato verrebbe così “premiato” discriminando gli altri. Per quanto concerne le sanzioni, chi entra in un posto di lavoro senza pass o col certificato falso rischia una multa pecuniaria da 600 a 1.500 euro, mettendo nei guai - in caso di controllo - pure il datore che omette i dovuti controlli.