Lentini, Sr - Il drone della Nato Forte 11 è atterrato ieri pomeriggio nella base americana di Sigonella, dopo aver sorvolato a scopo ispettivo le aree dell’Est Europa interessate dal conflitto tra Russia e Ucraina. In particolare questa spedizione, durata 21 ore, è stata una doppia missione di ricognizione: ha riguardato prima la zona del Mar Nero, nelle vicinanze della città di Odessa; e poi la Polonia e la zona vicino al confine con Ucraina e Bielorussia. I droni partono quasi ogni giorno, alla volta del teatro militare ucraino.
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Uno scenario che non si vedeva dagli anni 90, da quel conflitto nell’ex Jugoslavia che per oltre un decennio tenne l’Europa col fiato sospeso. Nel marzo del 1991, 31 anni fa, usciva dalla base ragusana di Comiso l'ultimo missile Cruise, nel segno di un disgelo tra Usa e Urss avviato con l'accordo sullo smantellamento delle testate nucleari. Nello stesso anno, però, l’aeroporto di Sigonella fu punto di appoggio dei droni nella guerra contro l'Iraq di Saddam Hussein e nel 2011, 20 anni dopo, sarebbe divenuta cruciale nel bombardamento della Libia di Gheddafi.
Oggi è dallo scalo militare vicino Lentini che i Global Hawk prendono il volo per sorvegliare le mosse del Cremlino in una sfida che ha fatto fare all'Europa un "salto di qualità" nella reazione a Mosca, inimmaginabile a inizio febbraio, quando vedevamo scorrere la flotta navale russa davanti alle coste iblee, per delle “esercitazioni”. La guardia nel Mediterraneo resta alta e le “roccaforti” Usa tuttora attive sull’Isola sono sempre più strategiche vista la posizione geografica dell’Isola, prossima a diverse aree di crisi internazionale.