Pannelli isolanti, l'inquietante dilemma delle case green tappezzate di plastica.
Sempre più edifici sfoggiano rivestimenti di pannelli isolanti in poliuretano e polistirene.
Il bonus facciate 110% che con una detrazione fiscale tutta italiana ha permesso di recuperare il 110% delle spese sostenute per il rifacimento delle facciate esterne degli edifici, ha messo in circolo nel Paese migliaia di tonnellate di prodotti che promettono efficienza energetica e un futuro più sostenibile.
Ma dietro la facciata green si nasconde un'insidia: l'elevato rischio di incendio.
È il caso dell’incendio di Valencia della scorsa notte, in cui due palazzi in condominio sono stati assaliti da un incendio che ha avuto facile propagazione grazie alle facciate impregnate da colle in poliuretano e, sicuramente, rivestite anche con pannelli in polistirolo, così recintano le prime note sulle cause. Un incendio, divampato in pochi minuti, sprigionando fumi tossici e mortali.
Lo scenario apocalittico di Valencia la dice lunga.
Eppure, la corsa all'isolamento termico e al risparmio energetico spinge verso l'utilizzo di questi materiali, spesso senza adeguate misure di sicurezza. Le alternative esistono.
Materiali come la lana di roccia o il sughero offrono un'elevata resistenza al fuoco e una migliore efficienza energetica.
Ma il costo è spesso un deterrente.
E allora?
Dobbiamo sacrificare la sicurezza sull'altare dell'efficienza energetica? La risposta è no.
Serve una maggiore attenzione e consapevolezza. Le case green non devono essere solo sostenibili, di “facciata”. Devono essere sicure per chi le abita. E questo significa utilizzare materiali ignifughi o, in alternativa, adottare sistemi di sicurezza adeguati. La sicurezza non è un optional. È un diritto fondamentale. E non possiamo permetterci di giocare con la vita delle persone in nome di un futuro green che, a ben vedere, ha le sue ombre.