Attualità L'altra verità

Inchiesta Sicilia, dati Covid sballati anche senza trucco

Dalle carte dei pm emergono tutte le falle del sistema di rilevazione, indipendenti dalla correzione dei numeri

https://www.ragusanews.com/immagini_articoli/31-03-2021/inchiesta-sicilia-dati-covid-sballati-anche-senza-essere-truccati-500.jpg Inchiesta Sicilia, dati Covid sballati anche senza essere truccati


 Ragusa - C’è un aspetto sconcertante e finora poco sottolineato dell’inchiesta sui dati Covid truccati. Il 3 gennaio la dirigente generale Letizia Di Liberti telefona al nipote funzionario Salvatore Cusumano: "Io più di 300 non ne do oggi, e gli altri a poco a poco durante la settimana, perché gli ho detto, questi sono i dati di tre giorni che non avete caricato, perché era chiuso l'istituto Zooprofilattico". Questo significa che spesso i dati quotidiani ricevuti dall'assessorato, che poi li "spalmava", erano già scorretti di loro: non riportavano i positivi delle 24 ore ma quelli di più giorni, inseriti dai laboratori sulla piattaforma informatica "Qualità Sicilia" in un'unica soluzione. Dalle carte dell’inchiesta emergono report trasmessi via fax su fogli exel, altri via mail, sistemi informatici di aziende sanitarie non "comunicanti" tra loro, carenze di organico amministrativo addetto a caricare i risultati: una serie di falle del meccanismo di raccolta delle statistiche completamente indipendenti dalla truffa messa in atto e che, anzi, colgono spesso di sorpresa lo stesso trio Di Liberti-Cusumano-Palermo, incredulo che anche strutture come il Villa Sofia-Cervello incontrino tutti questi problemi con i software.

Un'intercettazione del 22  evidenzia che alcuni ambulatori, come il Crq di Palermo, non riescono ad aggiornare in tempo reale i dati e lo fanno una volta al mese. Anche se non li avessero ritoccati, quindi, in molte occasioni i dati sarebbero stati comunque sballati a causa di buchi “tecnici”, dovuti alla pessima organizzazione della macchina generale di sorveglianza Covid. Un arzigogolato sistema burocratico suddiviso in un’infinità di fasi di compilazione, registrazione e comunicazione da parte di troppi soggetti locali, pubblici e privati. Un meccanismo talmente lento e inefficace da risultare impossibile perfino corromperlo e aggiustarlo “a mano”: anche per questo il gruppo ricorre all’artificio di gonfiare i tamponi, contando da subito pure quelli rapidi ammessi dal ministero solo dal 21 gennaio scorso. E’ questa l’altra, triste, verità saltata fuori dal vaso di pandora scoperchiato dai pm trapanesi: a prescindere dalla manomissione, un puntuale e scientifico tracciamento del virus sull’Isola non c’è mai stato.


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