«È molto probabile, come già avvenuto l'anno scorso, che anche quest'anno l'influenza tenda ad anticipare». Il virologo Matteo Bassetti avvisa che l'ondata di casi potrebbe arrivare prima. Anche perché c'è il rischio che quest'anno si diffonda l'influenza australiana, ovvero il ceppo H3N2. Che nello Stato dell'Oceania, e anche in Sud America, ha portato a forme gravi. Il direttore della Clinica Malattie infettive dell’IRCCS di Genova invita alla vaccinazione. «La campagna vaccinale è partita da qualche giorno, dovrebbe coprire almeno le persone più fragili e le persone più deboli già in questo mese di ottobre».
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C'è un elevato rischio che si diffonda il virus H3N2, come già successo in Australia e anche in Sud America. Questa è la preoccupazione che noi esperti abbiamo. Ovvero che possa esserci una stagione influenzale caratterizzata dalla presenza di più virus diversi dell'influenza, quindi H3N2, H3N1, ma anche tutti i virus dell'influenza B. L'H3N2 può diventare predominante è certamente questo è motivo di preoccupazione.
È molto probabile, come già avvenuto l'anno scorso, che anche quest'anno l'influenza tenda ad anticipare. Quindi non con il classico picco intorno a gennaio/febbraio, ma addirittura con un picco già a dicembre. Magari proprio per la fine del mese di dicembre, che è anche il momento in cui gli ospedali sono nel loro momento di massima fragilità: con grandi afflussi ai pronto soccorsi e nei reparti di medicina (con tanti pazienti anziani). La campagna vaccinale è partita da qualche giorno, dovrebbe vaccinare almeno le persone più fragili e le persone più deboli già in questo mese di ottobre. Così da avere la possibilità di avere anticorpi funzionanti e funzionali già da novembre, quando è molto probabile che con l'arrivo del freddo arriverà a circolare evidentemente anche il virus influenzale. I vaccini sono assolutamente adeguati per i quattro ceppi di virus, quindi H3N2, H3N1, il virus dell'influenza B (c'è quindi in tutte le ASL in Italia). È quadrivalente, copre appunto tutti e quattro i tipi di virus.
Nelle persone più fragili, le persone più anziane, e soprattutto gli over 70 / 75 / 80 sono a grande rischio di ricovero. Quindi il vaccino non è soltanto importante per la salute del singolo, ma è importante per la salute della comunità in cui si vive. Se anche una delle dieci persone che si vaccinano non va in ospedale, è evidente che se lo moltiplichiamo per i milioni di casi che ci sono stati l'anno scorso questo vuol dire un impatto significativo e positivo sul sistema ospedaliero.
È più contagioso questo virus?
No non è più contagioso. La capacità dell'influenza di contagiare un'altra persona è pari a circa 1,5, massimo 1,8. Cioè per ogni persona che si contagia con influenza ne contagi al massimo una tra lo 0,3 e lo 0,8. Consideri che l'R0 “erre con zero” per esempio del Covid è stato all'inizio tra due e tre, cioè ogni persona ne contagiava due o tre, e adesso con la nuova variante siamo arrivati a 5-6.
Sintomi?
Allora l'influenza ha i sintomi classici, che sono rappresentati dalla febbre, dal dolore delle articolazioni, mal di testa. Può esserci la sua componente gastrointestinale, quindi mal di pancia. Può esserci vomito, nausea e diarrea. Però questo virus può avere, soprattutto in pazienti particolarmente fragili, un certo tropismo per i polmoni. Quindi dare delle polmoniti. La polmonite influenzale è la ragione per cui molto spesso gli anziani finiscono in ospedali o addirittura finiscono in terapia intensiva.
Ci sono rischi di altre malattie?
Il virus influenzale può colpire altri organi, per esempio il cuore: potendo dare dei quadri di miocardite, di pericardite. Può colpire il cervello, dando una forma di encefalite. Come sarà la stagione influenzale non è dato saperlo, in Australia e in Sudamerica ci sono state molte forme gravi. Quindi fondamentalmente per gravi si intende, ovviamente forme che colpiscono i polmoni.