Ragusa – Un nuovo e antico nemico potrebbe mettere a rischio il candore di un autunno/inverno in zona bianca, con l’abbandono delle poche residue restrizioni anti Covid, che purtroppo riguarda spesso anche quelle basiche, che dovrebbero far parte della nostra routine, come l’areazione degli ambienti e il lavaggio delle mani rientrati a casa e, quando si esce, l’uso dei gel disinfettanti negli esercizi commerciali che ancora li posizionano all’ingresso. Il nemico è l’influenza, contro cui sono vaccinati molti meno italiani e che lo scorso anno siamo riusciti ad annientare perché in lockdown, con le regole su mascherine e distanziamenti estremamente più stringenti e rispettate.
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Essendo un virus stagionale, però, è destinato a tornare a breve e la concomitanza col Coronavirus potrebbe ricreare una crisi nei pronto soccorso e nelle malattie infettive degli ospedali. Tra gli altri, ne ha parlato di recente anche il virologo Fabrizio Pregliasco, al convegno ‘Influenza e Covid’ di Assosalute: “Con gli sbalzi termici e la maggior permanenza in luoghi chiusi che caratterizzano l’arrivo dell’inverno - ha detto -, dobbiamo attenderci un rialzo della circolazione di infezioni respiratorie, inclusa da virus influenzale. Temiamo una twin epidemics”, ovvero una compresenza di patologie simili nei sintomi e nelle complicazioni.
Il direttore sanitario dell’Istituto Galeazzi consiglia - oltre al vaccino anti Covid - anche “l’antipneumococcico per gli anziani e l’antipertosse nei bambini”, lasciando passare qualche settimana tra uno e l’altro, perché “il Coronavirus sarà con noi anche il prossimo anno. “E’ come le onde di un sasso gettato nello stagno – spiega -, che diventano via via più piccole man mano che si allontanano dall’epicentro. Dopo le prime ondate terribili, dobbiamo aspettarci un andamento ondulante” finché non diventerà gestibile, appunto, come l’influenza. Quest’ultima prima del 2020 contagiava circa 6 milioni di italiani ogni anno, concentrati però in pochi mesi, per una media di 5 decessi giornalieri. Di polmonite, non da Covid, muiono 37 persone al giorno. E con le corsie affollate, tutto il resto torna in stand by: sono 658 le vittime quotidiane di malattie vascolari, 480 di tumori.