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Istat, 335mila italiani in meno nel 2020: record dalla spagnola del 1918

Le nascite degli stranieri non compensano il saldo con i nostri decessi

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Palermo - Il deficit di “sostituzione naturale” tra nati e morti nel 2020 ha raggiunto in Italia -335 mila unità: valore inferiore dall’Unità d’Italia solo a quello record del 1918 (-648 mila), quando l’epidemia di influenza “spagnola” determinò quasi la metà degli 1,3 milioni di decessi registrati quell’anno. E’ l’ultima fotografia scattata oggi dall’Istat, nella nota sull'andamento demografico nel Paese. Il nuovo record minimo delle nascite (405mila) e l'elevato numero di decessi a cui ha contribuito il Covid (740mila), aggravano la dinamica negativa che caratterizza tutto il territorio nazionale.

Il deficit di nascite rispetto ai decessi è dovuto alla scomparsa dei cittadini italiani (-386 mila), mentre nella popolazione straniera il saldo naturale resta ampiamente positivo (+50.584). Gli abitanti diminuiscono in ogni regione, specie al Sud e nelle Isole. E’ la conferma del trend: nel 2019 la Sicilia ne perse da sola circa 33mila. Nonostante gli ingressi dei migranti, in 10 anni - tra morti ed emigrati - se ne sono andati tanti residenti quanti quelli dell’intera provincia di Ragusa


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