Modica - Nel "caso" dei contributi a una azienda agricola modicana per i danni da calamità naturali riportati da insediamenti produttivi situati però nel comune di Ragusa, finisce nell’occhio del ciclone l’ex sindaco, e oggi deputato regionale, Ignazio Abbate, all'epoca dei fatti primo cittadino di Modica.
Facciamo chiarezza. Gli insediamenti produttivi in questione sono terreni e serre di proprietà dell’ex sindaco e del fratello. L’azienda che li conduce è beneficiaria di un contributo, di circa 150.000 euro, a titolo di indennizzo per i danni causati alla struttura dagli eventi meteo avversi del novembre 2021. Il dettaglio, emerso nelle ultime settimane, che ha sollevato più di una perplessità è la circostanza che la richiesta di risarcimento è stata presentata al Comune di Modica, del quale Abbate era sindaco, nonostante i terreni si trovino nel territorio di Ragusa.
E se, all'epoca dei fatti, a palazzo San Domenico i guardiani della politica sonnecchiavano, in contrada Bussello a Frigintini, al confine con Ragusa, il 26 novembre 2021 Ignazio Abbate si riprendeva dallo shock dell'evento calamitoso di nove giorni prima, registrando all'Agenzia delle Entrate un contratto di affitto, retrodatato al 1 settembre, con l’azienda agricola che avrebbe richiesto, lo stesso giorno, l’indennizzo per i danni subiti dall'insediamento produttivo affittato, stimandolo in 250 mila euro circa. L’indennizzo è, infatti, diretto alla azienda che opera nella struttura danneggiata, ma che non non è, in questo caso, proprietaria della struttura stessa. Il ripristino della struttura costituisce, quindi, una utilità indiretta per i proprietari di quest'ultima, ovvero i fratelli Abbate.
Il capogruppo del PD Giovanni Spadaro e il segretario cittadino del partito, Salvatore Poidomani, hanno denunciato pubblicamente le anomalie riscontrate nell'iter della vicenda, evidenziando che il Comune di Modica, in particolare il settore di Protezione Civile, avrebbe istruito una pratica di risarcimento per terreni ricadenti fuori dai confini del proprio territorio comunale.
L’ex sindaco Ignazio Abbate ha respinto ogni accusa, definendo la polemica sterile e infondata. Secondo Abbate, la richiesta è stata presentata in conformità alle normative vigenti, dato che l’azienda affittuaria ha sede legale a Modica e, quindi, ha il diritto di presentare domanda in quel comune, anche se i terreni si trovano a Ragusa.
A svelare chi è l’affittuario e conduttore dei terreni, interviene, a questo punto, il legale dell'azienda beneficiaria del contributo, avv. Giuseppe Rizza, il quale, con una nota agli organi di informazione, tiene a precisare alcuni aspetti sulla vicenda.
”In qualità di legale dell’Azienda Agricola Giuseppe Barone ho incarico di precisare alcuni aspetti: la Direttiva del Direttore Generale della Protezione civile regionale per la Sicilia regola le modalità di accesso ai contributi erogati dalla Regione per l’indennizzo dei danni verificatisi alle aziende operanti nei territori interessati nel periodo ottobre/novembre 2021 indicando quale organo istruttore il Comune territorialmente competente. La Direttiva in esame attribuisce il diritto agli indennizzi con attenzione prevalente alle attività produttive e non già alla proprietà dei terreni e degli immobili aziendali. L’Azienda Agricola di Barone Giuseppe ha sede legale e operativa in C. da Bussello – Rampolo – Crucià n. 43, nel territorio comunale di Modica. Tale circostanza, confermata dai registri catastali e dal fascicolo aziendale depositato presso l’Anagrafe delle aziende agricole, individua Modica come luogo in cui l’impresa esercita l’attività in via prevalente. Solo una porzione marginale dei terreni ricade nel Comune di Ragusa. Alla luce di ciò, da un punto di vista sostanziale, l’azienda Barone ha diritto agli indennizzi poiché le strutture aziendali condotte in affitto ricadono nei territori interessati e perché la sua sede legale, anch’essa, vi rientra”.
L’azienda agricola di Giuseppe Barone, peraltro, è tutt’altro che nuova agli uffici dell’amministrazione comunale modicana. L’azienda, infatti, ha ricevuto oltre 500.000 euro dal Comune di Modica, durante il mandato del Sindaco Abbate, attraverso 37 determine dirigenziali per lavori di scerbatura in città.
Mentre fino a luglio 2021, infatti, il servizio di scerbatura a Modica era affidato alla IGM Rifiuti, successivamente a quella data l’amministrazione Abbate decise di parcellizzare il servizio suddividendo il territorio comunale in quattro macrozone e affidando i relativi appalti senza gara, come previsto dalla legge in caso di importi inferiori ai 150.000 euro, ad alcune aziende agricole locali, tra cui quella di Giuseppe Barone.
La ditta Barone si occupava, quindi, della scerbatura di cigli stradali, aiuole e aree pubbliche, anche in maniera continuativa e con ripetuto impiego di fondi: nel maggio 2022, ad esempio, a distanza di un mese dall'ultimo intervento effettuato, fu richiesto un ulteriore stanziamento di 10.000 euro per “…far fronte alla ricrescita delle erbacce scerbate derivanti da eventi piovosi…”. Imprevisti di stagione.
Successivamente alle polemiche innescate dalla denuncia del PD modicano, che si chiede come sia stato possibile che né l’ufficio tecnico del Comune di Modica né la Protezione Civile comunale abbiano notato che i terreni per i quali l'azienda agricola Barone aveva richiesto il contributo non rientravano nei confini della città, il dirigente del servizio tecnico del Comune di Modica, Francesco Paolino, ha scritto alla Protezione Civile regionale riconoscendo l’errore e avviando la procedura di revoca del contributo, il 25% del quale (circa 40.000 euro) già liquidato al beneficiario.
La Protezione Civile regionale, dal canto suo, conferma per bocca del responsabile Salvo Cocina che la pratica è sotto osservazione, mentre nella direttiva regionale non è esplicitamente previsto che la domanda dovesse essere presentata nel comune della sede legale dell’azienda, come invece sostenuto da Abbate.
E mentre gli atti vengono passati al setaccio e si cerca di recuperare le somme già versate, gli ulteriori sviluppi chiariranno se le circostanze fin qui emerse siano state solo il frutto di fortuite coincidenze o se sulla vicenda aleggi l'ombra di un conflitto di interessi.