Ragusa - Lo studio legale è Bonura-Carpinato-Mirone. La firma è dell’avv. Harald Bonura. Il parere legale pro-veritate chiesto dal Comune di Ragusa inchioda i soci di Ibleacque Spa alla diretta responsabilità per la nomina dell’amministratore unico, l’ing. Franco Poidomani.
In 27 pagine dal senso inequivocabile l’avvocato Bonura chiarisce senza alcun dubbio i quesiti e l’ambito normativo di divieto che ha tenuto banco da quando il consigliere comunale di Ragusa Gaetano Mauro ha sollevato il dubbio sulla violazione di legge.
Secondo il parere legale, “il conferimento dell’incarico di Amministratore Unico a un soggetto collocato in quiescenza, sarebbe dovuto avvenire a titolo gratuito, in conformità con le disposizioni normative vigenti. L'eventuale mancata correzione della situazione potrebbe comportare un danno erariale per Iblea Acque Spa, e le relative responsabilità potrebbero essere imputate ai sindaci soci che hanno conferito l’incarico”. Il divieto in questione è stabilito dall’articolo 5, comma 9, del decreto-legge n. 95 del 2012, che mira ad un ricambio generazionale e a contenere la spesa pubblica e a evitare quindi che soggetti già in pensione ricevano incarichi retribuiti nelle amministrazioni pubbliche o in società controllate da enti pubblici, come nel caso di Iblea Acque Spa.
Secondo quanto stabilito dalla normativa, la designazione dell'ing. Franco Poidomani sarebbe stata possibile solo a titolo gratuito, e comunque per un periodo massimo di un anno, non prorogabile né rinnovabile essendo il suo incarico equiparabile a una funzione dirigenziale o direttivo. In questo contesto, la carica di Amministratore Unico, secondo l’avvocato Bonura, rientra tra quelle soggette a tali restrizioni, essendo Iblea Acque Spa una società partecipata da pubbliche amministrazioni locali, ai sensi del decreto legislativo n. 165 del 2001. Ciò si traduce nel fatto che anche a titolo gratuito, l’incarico sarebbe illegittimo.
E ancora.
In ordine alle responsabilità legate al conferimento dell'incarico, esse sono da ricondurre ai rappresentanti dei soci pubblici (cioè i sindaci, ndr), anche quando non hanno intrapreso azioni per sanare la situazione, nonostante i rilievi mossi dalla Regione Siciliana.
L’avvocato Bonura lancia anche una ciambella di salvataggio ai soci di Ibleacque Spa. È possibile che il danno erariale sia ancora evitabile. Qualora la società decidesse di agire per il recupero delle somme già erogate, potrebbe avvalersi del termine di prescrizione decennale previsto dall'articolo 2033 del Codice Civile per l'azione di ripetizione dell'indebito. In questo modo, l'importo corrispondente agli emolumenti percepiti indebitamente potrebbe essere recuperato, riducendo l'impatto finanziario della violazione.